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CANONE/TASSA RAI. INDAGINE ADUC: DEVONO PAGARE TUTTI COLORO CHE HANNO RESIDENZA IN ITALIA. BASTA UN VIDEOCITOFONO...
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Comunicato 
8 marzo 2007 0:00
 

Firenze, 8 marzo 2007. Come emerge dalle decine di migliaia di segnalazioni giunteci, la Rai sta chiedendo il pagamento del canone/tassa anche a coloro che non posseggono un televisore o un computer con scheda tv. La normativa (il Regio decreto legge n. 46 del 1938) e' vaga a riguardo: paga chiunque detenga un "apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle radioaudizioni". Esistono tante tipologie di apparecchi non televisivi in commercio che possono essere adattati alla ricezione di programmi tv. Per questo abbiamo interpellato gli organi competenti per sapere nello specifico quali apparecchi sono soggetti al canone/tassa oltre il televisore: gli operatori del "Risponde Rai", il ministero delle Finanze, la Guardia di Finanza, l'Agenzia delle Entrate.
Abbiamo riscontrato totale incertezza e contraddittorieta' nelle risposte. Ma e' evidente che, per non evadere le tasse, il contribuente deve pagare sempre e comunque. Secondo gli operatori della Rai sono da includere tutti gli apparecchi elettronici provvisti di schermo, dalla videocamera al videocitofono, dal computer all'ipod, dal videofonino al monitor anche quando sprovvisto di computer, in quanto tutti adattabili alla ricezione di programmi tv.
Conclusioni. Da oggi consiglieremo il pagamento del canone/tassa non solo a chi possiede una tv o un computer con scheda tv, ma a TUTTI COLORO CHE HANNO LA RESIDENZA IN ITALIA E NON SIANO NEL NUCLEO FAMIGLIARE DI QUALCUNO CHE GIA' PAGA QUESTA TASSA.
E' evidente che la situazione e' paradossale e, in un certo senso, tragica. Si rafforza il nostro convincimento per l'abolizione di questa tassa. Se non vogliamo perdere tempo e denaro alla ricerca di presunti evasori, visto che tutti devono pagare per il solo fatto di avere una residenza anagrafica, sarebbe piu' vantaggioso che lo Stato erogasse questi soldi in modo diverso, prelevandoli indirettamente dalle tasche dei contribuenti attraverso, per esempio, un'imposta sulla benzina, Iva maggiorata, etc... Insomma, niente piu' costose campagne pubblicitarie spacciando per abbonamento il pagamento di una tassa e in cui si premia chi fa il proprio dovere; niente piu' bollettini e code alla Posta, visite e minacce di incaricati Rai e della Guardia di Finanza, libretti di abbonamento, disdette o adesioni, raccomandate, diffide, e cosi' via.
Noi continueremmo ugualmente la nostra battaglia per la privatizzazione prima e l'abolizione dopo del servizio pubblico di informazione radiotelevisiva, ma intanto i contribuenti sarebbero un po' meno presi in giro e tutti risparmierebbero tanti soldi.
Qui la nostra petizione che chiede l'abolizione del canone/tassa: www.aduc.it/dyn/rai

L'INDAGINE NEL DETTAGLIO

Operatori "Rispondi-Rai".
Abbiamo chiamato piu' volte (venti operatori diversi) questo servizio al numero 199.123.000. Le risposte sono state varie e contraddittorie, ma emerge un'ampia interpretazione dell'espressione "apparecchi atti o adattabili". Per alcuni operatori il canone/tassa e' dovuto solo se si e' in possesso di un televisore, di un computer (anche senza scheda tv e connessione Internet) o di un videoregistratore. Per altri operatori, la tassa deve pagarla anche chi detiene solo uno dei seguenti apparecchi: registratore dvd, videofonino, tvfonino, ipod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, monitor a se' stante (senza computer annesso), videocitofono, modem, decoder, videocamera, alcuni tipi di macchina fotografica digitale.
Tutti questi apparecchi, riferiscono gli operatori della Rai, sono infatti "adattabili" alla ricezione dei programmi tv (cosa che potra' essere confermata da un qualsiasi esperto di elettronica).

Agenzia delle Entrate. Abbiamo prima chiamato il numero verde 848.800.444, dove dopo 25 minuti di attesa ci hanno suggerito di chiamare l'Agenzia delle Entrate Torino 2. Ma al numero dell'Agenzia di Torino ci hanno invitato a chiamare il numero 199.123.000, ovvero gli operatori Rispondi-Rai gia' da noi interpellati piu' volte.

Ministero delle Finanze. Il centralino ci ha detto di chiamare l'Ufficio Legislativo, il quale ci ha suggerito di chiamare l'Ufficio Legislativo-Finanze. Quest'ultimo ha detto di non poterci rispondere, ma ci ha suggerito di inviare un fax al fine di aprire una istruttoria.

Guardia di Finanza. Abbiamo contattato l'organo di polizia predisposta al controllo sul territorio. L'Ufficio Centrale per le Relazioni con il Pubblico ci ha suggerito di chiamare il Comando Provinciale di Roma. Questi ci hanno rimandato prima al ministero delle Finanze (gia' chiamato) e poi all'Ufficio monopoli, che non risponde. Abbiamo quindi contattato vari comandi regionali e provinciali della Guardia di Finanza. Nessuna risposta, eccetto per un cortese ufficiale di Torino che ci ha invitato a recarci nel suo ufficio per cercare risposte meno generiche.

Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
 
 
 
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