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Bambini e video digitali e non. Meglio responsabilizzare che vietare
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Articolo di Redazione
23 gennaio 2013 13:13
 
Consolle, computer, televisione, tablet digitali: le tentazioni sono sempre maggiori per i bambini. Da 4 a 14 anni essi guardano la televisione in media per 2,15 ore.
In una raccomandazione dello scorso 22 gennaio l'Académie des sciences si concentra sui video ma si guarda bene dal dare lezioni ai genitori e si limita a fornire qualche consiglio di base, invitando, soprattutto, a responsabilizzare molto presto i propri figli. Le raccomandazioni, titolate “L'Enfant et les écrans”, e' consultabile anche online.
Una decisione dettata dall'evoluzione rapida dei vari supporti, che sono sempre piu' interattivi e con contenuti, grazie ai programmi educativi, che si diffondono sempre piu'. Le raccomandazioni sono state elaborate da Serge Tisseron, psichiatra, e Olivier Houdé, professore di psicologia, prendendo in considerazione l'eta' dei bambini, dalla nascita all'adolescenza.
Prima dei due anni, nessun effetto positivo, a parte i tablet
Tutti gli studi dimostrano che gli schermi non interattivi (tv, dvd) non hanno alcun effetto positivo. I dvd venduti per i bimbi possono, al contrario, avere effetti negativi: aumento di peso, ritardo nel parlare, deficit di concentrazione ed attenzione...
Al contrario, i tablet tattili possono contribuire, con l'aiuto dell'adulto, ad una precoce attenzione al mondo dei video. “E' il format piu' vicino alla loro intelligenza” dicono le raccomandazioni. Il principio deve restare quello di forme di stimolo molto variegate, digitali e non. La violenza sui video puo' provocare problemi nel dormire ed una insicurezza psichica.
Da 2 a 6 anni, no alle consolle personali
Da 2 a 3 anni e' sconsigliata l'esposizione passiva e prolungata alla televisione senza una presenza umana interattiva ed educativa. A partire dai 3 anni, l'intelligenza diventa simbolica e rappresentativa: il bimbo puo' provare a fare diverse imitazioni dopo aver visto una scena, e diventa capace di fingere. I video possono educare a distinguere il reale dal virtuale.
Nel contempo, il bimbo deve essere invitato a parlare di cio' che vuole. A partire dai 4 anni, i computer e le consolle nelle stanze comuni della casa, possono essere un occasionale supporto di gioco in famiglia. Ma a questa eta', giocare da soli su una consolle personale diventa presto un metodo di vita stereotipato e compulsivo. “Prima di 6 anni, il possesso di una consolle o di un tablet personale presenta piu' inconvenienti che vantaggi”. Si puo', tuttavia, giudicare caso per caso, a patto che si stabilisca un controllo molto rigoroso sugli orari.
Da 6 a 10 anni, importante e' l'autoregolazione
La scuola elementare e' il miglior luogo per intraprendere un'educazione sistematica ai video. Una educazione precoce del bimbo all'autoregolamentazione e' essenziale. Secondo le raccomandazioni di Tisseron, e' meglio stabilire un lasso di tempo giornaliero in cui stare davanti ad un video, si' da responsabilizzarlo.
In famiglia, i programmi di controllo famigliare installati sul computer sono una protezione necessaria ma insufficiente. Il clima di confidenza tra bimbi e genitori e' essenziale. L'uso pedagogico dei video e degli strumenti digitali a scuola o a casa puo' marcare un progresso pedagogico importante (programmi per l'aiuto a leggere o a fare calcoli).
Dopo i 12 anni, diffidare degli usi notturni nocivi
“Gli strumenti digitali hanno una potenza notevole per mettere il cervello in modalita' ipotetica-deduttiva”, dicono gli autori. L'adolescente puo' anche piu' rapidamente esplorare tutte le possibilita' aperte (essenzialmente su Internet) ed esercitare le proprie capacita' deduttive. Inoltre, un buon uso puo' migliorare il controllo delle emozioni e la capacita' di controllare i propri pensieri, azioni e decisioni.
Al contrario, un uso troppo esclusivo di Internet puo' creare un modo di pensare “zapping”, molto rapido, superficiale e fluido, impoverendo la memoria e le proprie capacita' di sintesi e di interiorizzazione. La comparsa di sonnolenza e di difficolta' di concentrazione, nonche' un abbassamento dei risultati scolastici deve allertare i genitori sull'uso notturno eccessivo.
E' indispensabile stabilire delle regole chiare sui tempi accordati per i video. Parlare con l'adolescente di cio' che vuole e cercare nei video un aiuto per sviluppare il suo senso critico. Lo sviluppo del cervello non e' completato, l'educazione e il controllo dei genitori sono essenziali.
Rispetto ai videogiochi, e' indispensabile distinguere tra le pratiche eccessive che impoveriscono la vita e quelli che invece arricchiscono. Per questo bisogna porre attenzione ai giochi scelti: un gioco interessante associa interazioni sensoriali, motorie, cognitive e narrative. Infine, le reti sociali possono essere utilizzate in modo problematico, abitualmente in un contesto di solitudine o di bassa stima di se stessi.
Gli autori raccomandano, quindi, di alternare tra media digitali e gli altri, soprattutto nei piu' giovani. E' in questo contesto che il giovane costruisce la sua intelligenza: i parametri di riferimento temporali, grazie ai commenti degli adulti sul procedere di una giornata, i riferimenti spaziali, la sua intelligenza narrativa raccontando cio' che fa. Elementi che consentono di usare tutte le forme di video senza perdervisi.

(articolo di Martine Laronche, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 23/01/2013)
 
 
 
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