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Il Partito pirata all'abbordaggio in Europa
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Articolo di Rosa a Marca
14 dicembre 2009 14:16
 
Il Partito Pirata Internazionale (PPI) è presente in una trentina di Stati europei. Al vertice ci sono gli svedesi, che hanno creato il movimento nel 2006. L'anno prima il loro governo, dopo anni di laisser-faire, aveva fatto votare una legge contro il peer to peer, mirando in particolare al sito The Pirate Bay, che era tra i più attivi del mondo. La cosa aveva suscitato una rivolta profonda tra i giovani, e in pochi mesi il movimento spontaneo si è strutturato in partito. Il Partito "pirata", appunto, che si è radicato nel Paese dotandosi di un piano ambizioso, fondato sulla difesa delle libertà individuali e la libera circolazione della cultura in Internet. A fine 2009 conta oltre 50.000 membri, ed è il terzo partito davanti ai Verdi. E' rappresentato anche nel Parlamento europeo con due deputati, e il suo leader, il deputato Christian Engstroem, mira in alto. Immagina un'ampia riforma delle leggi sulla proprietà intellettuale che giudica ingiuste e obsolete. Egli riconosce l'utilità dei copyright sulle opere culturali in un quadro di scambi commerciali, ma a condizione che la loro durata non superi cinque-dieci anni. Il Partito pirata milita anche per la sparizione progressiva dei brevetti industriali, accusati di frenare la diffusione delle conoscenze, di ostacolare l'innovazione e di servire soprattutto per conservare i monopoli.
 
 
 
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