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Tecnocontrollo e diritti civili
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Articolo di Redazione
7 settembre 2021 8:24
 
Che cos'è una dicotomia?
È una categoria logico/filosofica, spesso impiegata nelle discussioni in maniera strumentale e insidiosa. Una dicotomia tra A e B significa che o è vero A, o è vero B, e che non esistono altre possibilità (C ambedue veri, o D ambedue falsi).
Una dicotomia falsa è quella che pretende di enunciare "A oppure B" tacendo che esistono anche altre possibilità C, o D; ad esempio tacendo che esiste l'enunciato "vogliamo la privacy e salvare i bambini!". Basta cambiare una congiunzione e un segno di interpunzione.
Cadere o far cadere qualcuno nella trappola logica di una falsa dicotomia è un metodo dialettico estremamente comune per guidare una discussione fuori dai binari fattuali, prendere vantaggi sull'ingenuo avversario e portare a conclusioni false e strumentali.
È una situazione che ricorda quella del vantaggio che negli scacchi il bianco assume, avendo la prima mossa, quando il nero risponde con una mossa non ponderata a dovere: se il nero gioca d'istinto piuttosto che di ragionamento e cultura, passa certamente in svantaggio.
Accettare una dicotomia in una discussione equivale a lasciare all'avversario scelta di campo, di armi e di momento; un probabile modo di pianificare la sconfitta dialettica della propria posizione. 
A maggior ragione accettare una falsa dicotomia significa accettare false premesse e quindi ritrovarsi a discutere fuori dai binari della realtà, rendendo forzatamente sterile e fazioso il dibattito e accettando di essere guidati dall'avversario verso un terreno arbitrario dove lui è preparato e voi no, dove lui dimostrerà una tesi falsa o strumentale.
Facciamo un esempio familiare ai lettori di questa rubrica.

In un dibattito, in una esposizione che riguardi la privacy è ormai una certezza sentire prima o poi enunciare la falsa dicotomia "Privacy oppure sicurezza?". Tradotto: si ha più sicurezza sacrificando una parte di privacy.
Avremo un bene primario sacrificando un bene "secondario". Sconfitta totale delle posizioni pro-privacy in 3 rapide mosse, a causa dell'accettazione di una falsa dicotomia, di una falsa premessa che "sembra" vera ma è solo verosimile.
Perché è falsa?

Perché è una affermazione non provata logicamente o scientificamente.
Perché ammette banali controesempi che la smentiscono.
Perché agevola posizioni paternalistiche e posizioni pigre.
Perché agevola estensioni arbitrarie del potere esecutivo.
Nulla prova storicamente che in generale introdurre "misure di sicurezza" lesive della privacy (e dei diritti civili) porti a una maggiore sicurezza.
C'è invece abbondanza di controesempi, in cui grandi sacrifici della privacy e dei diritti civili (decreto Pisanu, controlli negli aeroporti) non portano a nessun vantaggio in termini di sicurezza reale, ma portano ad un gioco mediatico rassicurante destinato al popolo bue (controlli negli aeroporti) o a un vantaggio collaterale per il potere esecutivo (che non può essere ammesso o perseguito esplicitamente, essendo impresentabile) di un maggiore e più economico controllo sociale indiscriminato e a priori.
Non è affatto detto che sacrificando la privacy si otterrà più sicurezza: il decreto Pisanu espone le persone ad abusi compiuti da chi ha accesso a dati che, riguardando cittadini innocenti, non avrebbero dovuto essere memorizzati, tanto meno per tempi biblici.

Senza vantaggi certi e dimostrati non si devono memorizzare dati sulle persone, che sono intrinsecamente pericolosi in quanto tali. È anche la posizione del Garante.
È anche la posizione dell'establishment politico quando i dati memorizzati e abusati riguardano loro.
Non è affatto detto che aumentando la privacy si diminuisca la sicurezza: ad esempio, le uniche misure efficaci negli aeroporti secondo Schneier sono, vedi caso, quelle che sulla privacy non hanno nessun effetto, mentre cose come la no-fly list non sono mai servite a nulla se non a far restare persone innocenti a terra per tutta la vita.

Ecco infine la risposta doverosa a una falsa dicotomia, una vera dicotomia attinente agli stessi argomenti. "Più tecnocontrollo, meno diritti civili e libertà".
Se si sacrifica la privacy dei cittadini innocenti e si aumenta il tecnocontrollo, si ottiene la possibilità di controllare a posteriori la vita di chiunque.

(Marco Calamari su ZeusNews del 07/09/2021)

 
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