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Tutti i problemi di Libra, la criptovaluta di Facebook
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Articolo di Nicola Borzi
16 novembre 2019 11:29
 
 Non ci sono solo promesse di inclusione finanziaria e rosee aspettative dietro il lancio del progetto Libra, la criptovaluta di Facebook che dovrebbe entrare in funzione il prossimo anno. Il piano voluto da Zuckerberg si basa su un notevolissimo potenziale di business (e di guadagni) per la sua azienda, ma comporta anche una serie di problematiche gigantesche. Vediamole.

Il business delle rimesse
Secondo l’ultimo rapporto dedicato al fenomeno globale delle rimesse finanziarie dei migranti dalla Banca Mondiale, sono oltre 300 i milioni di persone che vivono al di fuori dei loro Paesi di nascita e oltre 750 milioni di persone migrano all’interno dei loro Paesi. Nel 2019, i flussi di rimesse transfrontaliere annuali dei migranti verso i Paesi a basso e medio reddito dovrebbero raggiungere a livello globale i 550 miliardi di dollari, un valore superiore a quello degli investimenti esteri diretti e dei finanziamenti ufficiale allo sviluppo.

Nel 2018, i flussi di rimesse hanno raggiunto 529 miliardi, con un aumento del 9,6% rispetto a 2017, crescendo in particolare nell’Asiameridionale (12,3%) e in Europa e Asia centrale (11,2%). Ma nel primo trimestre del 2019 il costo medio globale pagato per inviare le rimesse è rimasto stabile al 7%, all’incirca allo stesso livello degli ultimi trimestri: un incasso per chi gestisce questo business, come banche e società di money transfer, di oltre 37 miliardi di dollari.

Le banche sono il canale più costoso per il trasferimento delle rimesse, con un costo medio del 10,9%. Il premio pagato dai migranti ai monopolisti del settore delle rimesse rappresenta in media l’1,5% del costo del trasferimento delle rimesse in tutto il mondo e raggiunge il 4,4% nel caso dell’India, il più grande destinatario di rimesse. L’obiettivo della Banca Mondiale è quello di “aprire gli uffici postali nazionali, le banche nazionali e le società di telecomunicazioni a partnership con altri operatori di money transfer che potrebbero rimuovere le barriere all’ingresso e aumentare la concorrenza nei mercati delle rimesse”.

C’è poi l’enorme numero di migranti illegali che non possono rivolgersi alle reti finanziarie ufficiali e finiscono per alimentare i canali illegali di trasferimento di denaro che sono un pozzo al quale attingono la criminalità organizzata, i riciclatori professionisti e le organizzazioni che finanziano il terrorismo. Libra, la criptovaluta di Facebook, annuncia che intende servire ad abbassare le commissioni di questo mercato a livelli “contenuti”: quanto e cosa significhi “contenuto”, però, non lo chiarisce.

Quanto può guadagnarci Facebook
L’eventuale successo del progetto Libra potrebbe rendere Facebook un player molto più grande nel settore dei servizi finanziari e rispondere ai suoi maggiori concorrenti. Un processo che sinora è stato tentato da molti operatori ma senza successo: anche la stessa Facebook non è riuscita nell’intento di far decollare la propria piattaforma di messaggistica istantanea Messenger come strumento di pagamento. Il successo però è arrivato in due casi clamorosi, entrambi cinesi ed entrambi concorrenti di Facebook: Tencen e Alibaba. Alibaba può vantare oltre 500 milioni di consumatori attivi mensilmente sulla sua piattaforma e la sua controllata Ant Financial possiede l’app per pagamenti Alipay.

Tencent, che controlla il servizio di messaggeria WeChat (alternativa a WhatsApp di Facebook) ha un miliardo di utenti. I cinesi usano WeChat su smartphone per i pagamenti retail anche di piccolo importo tramite il sistema WeChat Pay. In Occidente invece le cose non sono andate così bene: secondo Bloomberg è molto difficile capire se e come Libra avrà successo nelle transazioni commerciali perché nell’ultimo decennio molte criptovalute hanno fallito il tentativo di divenire strumenti di pagamento al dettaglio.

Nei primi quattro mesi del 2019, secondo un report di Chainalysis Inc, solo il 1,3% delle transazioni di Bitcoin provenivano da compravendite. Ma gli analisti finanziari non demordono: “Consideriamo l’introduzione della criptovaluta Libra come un potenziale spartiacque per Facebook. In termini di dimensioni e importanza, riteniamo che questa nuova infrastruttura finanziaria possa essere vista in modo simile all’introduzione di iOS oltre un decennio fa”, ha scritto Mark Mahaney, analista di RBC Capital Markets che sull’azione della società di Menlo Park ha un rating sovraperformance e un prezzo obiettivo di 250 dollari (ai corsi attuali di Borsa, l’azione al Nasdaq ne vale 187 circa, con un potenziale di rivalutazione (upside) del 34%.

Secondo gli analisti di Barclays, la criptovaluta Libra potrebbe fruttare a Facebook maggiori ricavi annui compresi tra i 3 miliardi e i 19 miliardi di dollari entro il 2021. Inoltre, la stessa Associazione Libra non ha ancora fornito alcuna informazione sulle ricadute fiscali del progetto, ma si è limitata ad affermare che intende “lavorare con i legislatori per chiarire l’applicazione delle leggi fiscali esistenti alle criptovalute, o in alcuni casi per aggiornare quelle leggi”.

I problemi aperti con gli utilizzatori
Numerosi analisti e osservatori hanno evidenziato i problemi del progetto Libra nei confronti dei possibili utilizzatori. La natura autorizzata della blockchain Libra, con ciascuno dei suoi 100 nodi di validazione gestiti da membri dell’Associazione omonima, significa che questi soggetti avranno il completo controllo delle transazioni e che potrebbero coordinarsi per bloccare quelle sgradite.

L’associazione dovrà inoltre chiarire i dettagli della gestione finanziaria e informatica delle proprie riserve finanziarie, ovvero i depositi bancari e i titoli di Stato a bassa volatilità denominati in dollari Usa, euro sterline britanniche e yen.

La dimensione possibile di queste risorse finanziarie potrebbe potenzialmente arrivare all’ordine delle centinaia di miliardi di euro: questo implica un enorme potere contrattuale nei confronti delle Banche centrali, la possibilità di scegliere quali valute preferire negli acquisti e quali no, scegliendo anche come remunerare con gli interessi di queste somme i membri dell’Associazione. Ma questo comporta anche per Facebook la possibilità di collocare una parte del proprio cash flow da 30 miliardi di dollari l’anno e una quota rivelante della liquidità a bilancio, pari a oltre 50 miliardi di dollari, detenuta offshore.

Il progetto di Libra prevede poi che la maggior parte degli utilizzatori scelga di utilizzare i portafogli “di custodia”, come Calibra di Facebook: in questo caso la società Calibra, controllata da Facebook, che offrirà l’app del portafoglio gestirà le chiavi private dei propri clienti avendo pieno controllo dei loro dati e potrà eventualmente anche fornire servizi aggiuntivi (a pagamento) quali assicurazione, protezione dalle frodi e servizio clienti.

Il problema della privacy
Alzi la mano, tra gli utenti del social network, chi dopo lo scandalo di Cambridge Analytica nel 2018 si fida di Facebook. E ha faticato a gestire correttamente le informazioni degli utenti. Alla presentazione dell’ultimo bilancio trimestrale, a fine aprile, Facebook ha reso noto di aver accantonato 3 miliardi di dollari per pagare la multa, potenzialmente da record, che si aspetta di ricevere dalla Federal Trade Commission (FTc) degli USA, l’organismo di vigilanza sul settore, che per le violazioni della privacy potrebbe comminare una sanzione che la stessa Facebook prevede tra i 3 e i 5 miliardi di dollari.

Il Wall Street Journal di recente ha scoperto poi e-mail interne che collegherebbero direttamente l’amministratore delegato Mark Zuckerberg alle politiche “problematiche” in materia di privacy. Nei materiali presentati ai giornalisti, Facebook ha risposto alle preoccupazioni sulla privacy dei potenziali utenti affermando che l’Associazione Libra non “conserverà i dati personali sulle persone che usano la blockchain… Inoltre, tutti i nodi della rete bloockchain saranno gestiti dai membri fondatori dell’associazione, che saranno responsabili per il rispetto delle leggi applicabili alla protezione dei dati personali”.

«Il progetto Libra comporta rischi e vulnerabilità. I grandi datacenter consentono agli operatori storici di mantenere il controllo dei prezzi ma sono anche soggetti a rischi di violazione dei dati, privacy e problemi di sicurezza – problemi che molti hanno già iniziato a associare a Facebook», ha detto Joseph Lubin, co-creatore della criptovaluta Ethereum.

Le questioni regolamentari, politiche e bancarie
Il documento originale del progetto Libra afferma esplicitamente che la blockchain della criptovaluta non sarà regolamentata, ma che saranno gli sviluppatori a costruire sulla blockchain di Libra e a dover rispettare le leggi e i regolamenti delle giurisdizioni in cui operano. È chiaro però che i governi e le autorità di controllo si sentiranno coinvolti: gli Esecutivi e le Banche centrali hanno avuto e hanno un ruolo di primo piano nella gestione del sistema finanziario, bancario e nell’emissione di moneta, come anche nella regolamentazione e nei controlli. Ruolo che ora potrebbe essere aggirato. Facebook e l’Associazione Libra stanno già lavorando sodo dietro le quinte per placare gli enti normativi negli Stati Uniti, nel Regno Unito e altrove e hanno recentemente assunto un lobbista senior nel Regno Unito proprio a questo scopo.

Le banche, che sono attive in un settore fortemente regolamentato, vivono questa evoluzione come una potenziale minaccia, specie sul fronte della sovranità monetaria. Ma la questione riguarda anche le Banche centrali, e in particolare quelle più deboli. Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha già invitato i Governatori delle banche centrali del G7 a preparare un rapporto sulla Libra già per il prossimo summit di luglio.
Per Le Maire Libra non sarà mai un sostituto delle valute ufficiali: «È fuori discussione che diventi una moneta sovrana», ha detto il ministro delle Finanze francese in un’intervista alla radio Europa 1. «Non può e non deve accadere. Questa valuta consentirà a Facebook di raccogliere ancora più dati, il che non fa che aumentare la nostra determinazione a regolare i giganti di Internet», ha detto Le Maire in parlamento. Il timore non dichiarato ma comprensibile è che Facebook possa diventare una potenza al di sopra e al di fuori dei controlli statali e bancari, un vero gigante nel settore dello shadow banking, il sistema bancario ombra che è stato al centro della crisi finanziaria del 2007-08 specie per la sua capacità di emettere moneta.

Le sue preoccupazioni comprendono le questioni dei controlli antiriciclaggio di denaro e contro il finanziamento del terrorismo. Ma Libra è stata già esaminata simposio annuale della Banca centrale europea a Sintra, in Portogallo, dove il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha fatto riferimento al progetto di Facebook: “Tutto ciò che funziona diventerà istantaneamente sistemico e dovrà essere soggetto ai più alti standard di regolamentazione”, ha detto Carney, pur affermando però che “dobbiamo avere una mente aperta” sulla tecnologia che può facilitare i trasferimenti di denaro transfrontalieri che sarà “esaminata molto da vicino e in modo coordinato” nelle organizzazioni internazionali tra cui il G-7, il Fondo monetario internazionale, la Banca dei Regolamenti internazionali e il Financial Stability Board.

(articolo da Valori.it del 21/06/2019)
 
 
 
 
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