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Youtuber ripugnanti. ‘Metterli alla berlina’, ma mai censura. Difendiamo il diritto ad essere imbecilli!
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Articolo di Vincenzo Donvito
4 giugno 2019 8:41
 
 Un youtuber spagnolo, noto come ReSet, è stato condannato da un giudice a 15 mesi di prigione e al bando per 5 anni dai social: in un video aveva mostrato un senzacasa a cui aveva fatto mangiare un biscotto Oreo dove, alla crema, aveva sostituito del dentifricio (1). E su questo video che aveva totalizzato centinaia di migliaia di contatti, ci aveva anche guadagnato più di 2.000 dollari di pubblicità. “Pregiudizio morale”: il motivo principale per cui è stato condannato.
La vicenda, per quanto ci riguarda, è ripugnante. Ma abbiamo dei profondi dubbi su questo tipo di approccio giudiziale. Ognuno fa quello che può e vuole, anche gli imbecilli, come in questo caso. Poi, ovviamente, se qualcuno si sente leso per gli atti di imbecillità di qualcun altro, è legittimo che chieda il conforto della giustizia…. Ma il “pregiudizio morale” ci lascia perplessi, ché sembra abbia un forte odore di censura.
Non ci mettiamo, però, a discutere la sentenza del giudice Rosa Aragonés.
Cogliamo invece l’occasione per sviluppare una riflessione su questo mondo degli youtuber più o meno demenziali e, come nel nostro caso, ripugnanti per l’uso del disprezzo verso soggetti più deboli e indifesi. Non solo, ma una riflessione anche verso quegli youtuber che, pur non facendo violenza come nel nostro caso, rappresentano un’offesa all’intelligenza umana.
Riflessione che parte da un presupposto: mai censura! Quindi riteniamo sbagliato chiedere il conforto della giustizia per il fatto in sé, ma consideriamo legittimo lasciare la porta aperta agli eventuali danneggiati che volessero agire in giudizio. Una cosa è il danno collettivo, altro quello individuale. Per noi il danno collettivo non si pone quando una persona fa esternazione di quello che noi giudichiamo imbecillità e ripugnanza: difendiamo il diritto ad essere imbecilli! Se invece un individuo ne ha ricevuto un danno tangibile, che lo dimostri e ne chieda risarcimento.
Ci inginocchiamo, quindi, davanti agli atti di imbecillità? No. Dobbiamo, invece, intervenire stigmatizzandoli, mettendoli alla berlina, spiegando le nostre ragioni soprattutto a coloro che godono (passivamente o meno che lo facciano) di questi atti. La manifestazione di questa imbecillità (sempre per la collettività) è un fatto culturale, e in quanto tale dobbiamo combatterlo con gli stessi strumenti. Se abbiamo difficoltà, o non ci riusciamo, non vuol dire che abbiamo perso e che il mondo è appannaggio degli imbecilli. Ma che in un determinato contesto e momento (anche per i mezzi limitati di cui disponiamo, soggettivamente ed oggettivamente) siamo minoranza. Dobbiamo quindi attrezzarci per non essere minoranza. Difficile, ma non impossibile se testardamente e con convinzione, perseguiamo il nostro obiettivo con le armi della libertà di informazione e comunicazione. Siamo consapevoli che si corre il rischio, mentre noi parliamo alla testa delle persone per spiegare loro che non gli conviene dar credito solo alla cosiddetta pancia, di essere noiosi e per niente divertenti… ma è, per l’appunto, un rischio, non necessariamente l’unico modo di comunicare che l’imbecillità umana non paga alla testa, al cuore, al portafoglio. Questo significa dare corpo alla creatività di merito e di metodo.

1 - https://www.aduc.it/notizia/aveva+fatto+mangiare+dentifricio+senzacasa+youtuber_135819.php

Nella foto il youtuber ReSet
 
 
 
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