
Per chi si occupa di consumatori di droghe questo è un periodo di confronto. Sembra. Di cosa si parla? Del film di Netflix che ha rispolverato vecchie (e sempre attuali) questioni tra
chi cura i feriti di una guerra (San Patrignano),
chi si impegna per estirpare questa guerra (antiproibizionisti) e
chi vorrebbe inasprirla (proibizionisti).
Il film di
Netfllix è molto commentato su
Facebook dove ci sono dibattiti di vario livello, guardandoli sul proprio device
Apple, acquistato da
Amazon dopo aver confrontato le offerte su
Google. Diversi credono di aver scelto liberamente, ma sono
scelte frutto di algoritmi che offrono in base a scelte già fatte in passato dal consumatore, rispetto agli interessi economici di chi li gestisce.
Le politiche su droghe e tossicodipendenze riguardano tutti, anche chi non usa queste sostanze (giustizia, ordine pubblico, salute, soldi pubblici, etc), e
vengono valutate grazie ai servizi di aziende private il cui scopo è fare soldi. C’è un acronimo che le identifica,
GAFA (Google, Amazon, Facebook e Apple) e, visto l’andazzo cambiamo in
GAFAN (N per Netflix).
Aziende che pagano tasse talmente basse che qualunque azienda dello stesso ambito (che pagano tasse tutt’altro che basse) ne subisce concorrenza sleale.
Ricordiamo che il capo del Governo Giuseppe Conte comunicava agli italiani tramite Facebook, anche se esiste la Rai, servizio pubblico, sempre ai primi posti per audience mediatici.
E’ questa informazione ed economia libera? Non è che parlando di droghe, considerando che la tossicodipendenza è un aspetto marginale,
facendolo grazie al film su San Patrignano facciamo propaganda al film di Netflix?
Oltre l’algoritmo nei nostri device se n’è sviluppato uno nei nostri cervelli?
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