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BANDA LARGA TLC
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Comunicato 
3 febbraio 2003 0:00
 
PER L'ANTITRUST NON C'E' POSIZIONE DOMINANTE DI TELECOMITALIA, MA COL DUBBIO CHE QUALCOSA NON FUNZIONI, LA STESSA ANTITRUST HA CHIESTO L'INTERVENTO DELL'AUTORITA' DELLE COMUNICAZIONI

Firenze, 3 Febbraio 2003. Lo scorso 12 novembre abbiamo chiesto all'Antitrust se nella situazione del mercato delle telecomunicazioni a banda larga ci sia un abuso di posizione dominante di Telecomitalia. Oggi l'Autorita' ci ha fatto sapere di non aver rivelato i presupposti per un intervento ai sensi della legge 287/90 (le norme a tutela della concorrenza e del mercato), e quindi di aver archiviato la nostra segnalazione. Ma ha ritenuto opportuno inviare la richiesta di intervento in oggetto all'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni, per i profili di eventuale competenza.
La nostra richiesta di intervento era perche', rispetto ai dati diffusi da Telecomitalia nei primi giorni di novembre 2002 sulla banda larga, ci sembrava che la posizione dominante di mercato dell'ex-monopolista fosse tutt'altro che un fatto secondario.650 mila erano all'epoca i clienti Dsl di TelecomItalia, mentre quelli dei suoi concorrenti erano 76 mila. TelecomItalia era ed e' piu' brava e quindi conquista piu' utenti? Sarebbe bene poterlo pensare e dire, ma non ci sembra, perche' gli operatori alternativi comprano quasi esclusivamente all'ingrosso da TelecomItalia, e poi rivendono al dettaglio (solo il 3% delle linee Dsl era all'epoca -e non crediamo che oggi i numeri siano molto superiori- fornito attraverso il sistema dell'ultimo miglio, pagando il noleggio a Telecom, e tecnologicamente completamente autonomi). Quindi il prodotto che dovrebbe competere contro di lei, e' Telecom stessa che lo vende ai suoi concorrenti. Un mercato condizionato all'origine, dove chi decide anche sulla vita e sulle vicende dei propri concorrenti, e' sempre TelecomItalia: non c'e' posizione dominante di mercato e abuso della stessa?
Una situazione complessa e tutt'altro che semplice. C'e' anche da considerare, per esempio, le scarse risorse che le altre aziende hanno investito, specialmente nel noleggio dell'ultimo miglio (che devono comunque pagare al loro principale concorrente). Non e' forse tutto questo che blocca il mercato e che ci da' i numeri di cui sopra e che sembra rimandare sempre piu' in la' un mercato di offerte alternative una rispetto all'altra, e non solo una diversa bottega che vende comunque lo stesso prodotto Telecomitalia?
Per l'Antitrust questo fenomeno non sussiste. Bonta' loro. Ma ha qualche dubbio sull'applicazione, e sui conseguenti risultati, di quanto deciso a suo tempo dai suoi colleghi delle Comunicazioni. Cioe' -aggiungiamo noi- che nel mercato della banda larga, se un operatore aveva/ha il 97% del mercato, forse qualcosa non ha funzionato rispetto ai presupposti?
Attendiamo fiduciosi cosa ci fara' sapere l'Autorita' del prof. Enzo Cheli.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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