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Bonus 500 euro connettività Internet. Perché comprare un pc a prezzo più alto e con meno scelta?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
15 ottobre 2020 12:13
 
  A fine ottobre partirà il bonus pc, tablet e Internet da 500 euro, per la prima fascia di utenti: quelli con Isee inferiore ai 20mila euro. Il decreto del Mise è uscito il primo ottobre 2020 in Gazzetta Ufficiale e il 2 sono uscite anche le istruzioni operative (1).
La seconda fase del provvedimento arriverà in seguito: 200 euro di bonus, e solo per Internet, per chi ha meno di 50 mila euro di Isee. Previsto un analogo bonus, da 500 a 2mila euro, per le imprese.
Il bonus è concepito solo per gli operatori di connessioni rete fissa bandaultra larga ad almeno 30 Megabit: fibra fttc, ftth, satellite, fwa (fixed wireless).
E, agli stessi, solo per la fase che parte alla fine di questo mese di ottobre, è demandata la possibilità di includere nella vendita anche lo strumento base per la connettività, il pc o simile.

E’ noto a chiunque che acquistare un pc presso chi fornisce la connessione ad Internet ha generalmente un costo maggiore ed una scelta più limitata rispetto alle offerte che si trovano sul mercato. Quest’ultimo ha un’ampia offerta di prodotti che ben si ottimizzano con la connettività offerta, ed è un mercato che consente a questo tipo di servizio di essere più economico, quindi più accessibile alle fasce più deboli. Fasce più deboli (Isee inferiore a 20mila euro) a cui si indirizza questa prima fase di bonus.

Sorge spontanea la domanda: perché a queste fasce deboli bisogna imporre l’acquisto di un pc presso i fornitori di connessione, dove tutto costa di più e dove c’è meno scelta?

I maligni potrebbero pensare che il legislatore abbia voluto favorire questi operatori rispetto al molto più ampio mercato dell’elettronica da consumo. Ma – benevoli e positivi – crediamo si tratti di una svista…

E proprio in questi giorni la Aires (Associazione italiana retailer elettrodomestici specializzati) sta valutando un ricorso all’Antitrust per il pregiudizio che il decreto stabilisce contro il loro business, e al Tar Lazio per la sospensione del provvedimento.

Noi crediamo che le motivazioni dell’Aires siano fondate. Ovviamente dalla parte del consumatore, per il pregiudizio economico che ne deriverebbe. E, altrettanto ovviamente, non sottovalutiamo l’altrettanto pregiudizio per le aziende che offrono questi prodotti, visto che il libero commercio è alla base della libera, consapevole ed economica scelta del consumatore.

Inoltre, se consideriamo che il Tar del Lazio potrebbe bloccare l’attuazione della norma in attesa che il legislatore si ravveda (decisione che crediamo molto probabile), va da sé che le vittime principali sarebbero i consumatori, inibiti alla fruizione di questo servizio. E se pensiamo alla situazione di aggravamento pandemico sanitario in crescendo e la necessità che sempre più persone stiano in casa, la possibilità dell’uso di connessione a banda larga sarebbe, stante l’attuale normativa, resa più complicata e costosa.

I tempi per una modifica normativa che rispetti i tempi di attuazione della stessa ci sono tutti.
Vuole il legislatore essere al servizio della comunità (soggetti anche più deboli nello specifico)? O vuole invece ignorare il tutto e rendersi di fatto responsabile di aver approvato una norma:
- specifica per il guadagno solo degli operatori di banda larga;
- a danno di tutti gli operatori di elettronica da consumo del mercato (che non sono avulsi dalla crisi economica in atto);
- a danno dei consumatori costretti ad usare il bonus per l’acquisto di prodotti più costosi e con meno scelta?

NOTA
1 - Infratel Italia (Infrastrutture e Telecomunicazioni per l’Italia S.p.A.) è una società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico e fa parte del Gruppo Invitalia. E’ il soggetto attuatore dei Piani Banda Larga e Ultra Larga del Governo
 
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