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Canone/imposta Rai. Il lupo perde il pelo ma non il vizio… di essere arroganti e offensivi
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Comunicato di Vincenzo Donvito
2 ottobre 2019 14:08
 
 Da quando la riscossione dell’imposta per il possesso di un apparecchio tv (canone) è collegato alla bolletta delle luce, le evasioni fiscali sono crollate. Ce lo fa sapere la Relazione sull'evasione fiscale e contributiva allegata alla Nadef. Bene, siamo contenti e soddisfatti, visto anche che le attività per stare dietro ai presunti evasori sono anch’esse decisamente crollate, e questo vuol dire molte meno spese per il Fisco.
Ma in questi dati che vengono diffusi ci sono anche le valutazioni… che ci lasciano basiti: 
“Quanto alla quota rimanente di evasione, le ipotesi avanzate sono false dichiarazioni di non detenzione della Tv, e mancati pagamenti tramite F24 per affittuari che non hanno effettuato la voltura del contratto elettrico, o residenti in isole non interconnesse alla rete elettrica” (ag. Ansa).

Come fanno a calcolare gli evasori? Ci sono controlli incrociati con le vendite degli apparecchi? No. Ci provarono alcuni anni fa ma fu un fallimento sull’onda della dubbia legittimità del fatto in sé. Il calcolo, invece, viene fatto considerando il numero degli utenti con contratto della luce e il numero di coloro che pagano il canone. Un calcolo decisamente approssimativo perché parte dal presupposto che tutti quelli che hanno un contratto della luce abbiano un apparecchio tv. E, infatti, siccome è previsto che non possedendo un apparecchio di possa fare la dichiarazione (da reiterare ogni anno…) per non pagare l’imposta/canone, i nostri agenti fiscali cosa dicono? Che sono dichiarazioni false o elusioni di pagamento tramite F24, con l’aggiunta della “barzelletta” (per problemi di quantità) di quelli che vivono in isole senza corrente elettrica e che, secondo il nostro Fisco, possederebbero comunque un tv (immaginiamo: gruppi elettrogeni autonomi, batterie, etc.).
Questo metodo di calcolo è lo stesso che veniva usato quando la riscossione non era attraverso la bolletta, ma basata sull’autodichiarazione di ognuno. E all’epoca gli evasori (considerati tali) erano tantissimi, oggi meno.
Considerare evasori quelli che si ritengono tali, senza certezza della propria considerazione, per noi è essere arroganti ed offensivi nei confronti di tutti i contribuenti e cittadini.
A maggior ragione se a dirlo non è un avventore di un bar ma l’autorità fiscale del Paese.

Questo è uno dei metodi per cui il problema dell’evasione fiscale nel nostro Paese continua ad essere gigantesco e nei buoni propositi (sempre fallimentari) di tutti i tipi di governo. A nostro avviso le persone e i contribuenti vanno sempre rispettati e mai accusati fino a che non c’è la certezza giudiziale del loro essere violatori di una qualche legge. E’ una questione di civiltà giuridica, che se non si comprende e viene utilizzata, continuerà a rimanere il problema centrale della permanente e disastrosa rottura tra Stato e cittadino.
 
 
 
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