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CANONE RAI E INVITO ALLA ILLEGALITA' DA PARTE DELLE ISTITUZIONI
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Comunicato 
3 febbraio 2003 0:00
 
IL CASO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA

Firenze, 3 Febbraio 2003. Sembra che il presidente della Giunta regionale della Liguria, Sandro Biasotti, abbia deciso di dare solidarieta' ai cittadini di La Spezia che, siccome in alcune zone della loro citta' non si vede il tg3 regionale, hanno deciso di non pagare il canone Rai. "Scade il tempo per pagare il canone. Bene non lo pago neanch'io. La Rai aspetta di trasmettere anche a La Spezia, io aspetto a pagare il canone. Aspettiamo in due" -e' quanto ha detto il presidente della Liguria.
Che una simile protesta arrivi da un rappresentante istituzionale, tra l'altro della stessa parte politica della maggioranza del Governo nazionale, e' quantomeno anomalo. Perche' e' proprio il Governo che ha deciso poco piu' di un mese fa di aumentare il canone/tassa, cosi' come questa maggioranza ha deciso il condono in materia per chi non lo avesse pagato negli anni precedenti. E siccome stiamo parlando di una tassa per il possesso di un apparecchio in grado di ricevere trasmissioni televisive, non si capisce cosa stia facendo, dicendo, protestando, comunicando il nostro presidente Biasotti. Se non un invito -semplice e puro- a non pagare una tassa? Possibile che Biasotti non sappia questo e crede che, non pagando questa tassa, faccia un dispetto/ricatto alla Rai e non piuttosto a se stesso e a coloro che, imitandolo, non potranno che pagarla in seguito con le more e interessi per il ritardo, fino -per i piu' riottosi- al fermo amministrativo dell'automobile o all'ufficiale giudiziario che viene a portare via da casa oggetti del valore del canone/tassa? Ma Biasotti per chi parteggia? Per gli utenti senza-tg3 della Liguria, o per il fisco?
Sappiamo che il presidente della Regione Liguria e' un attento e preparato politico, ma quale segnale vuole dare ai suoi amministrati e alla sua "controparte" Rai con questo gesto/consiglio? Oltre al danno economico di cui sopra per gli utenti, il suo messaggio ha il solo risultato di contribuire ad alimentare la confusione (fin nelle pagine dei vocabolari della lingua italiana) tra canone -o abbonamento che alla bisogna viene chiamato- e tassa. Confusione voluta dai piu' che, quando sono all'opposizione (vedi Leganord e attuale ministro della Comunicazioni, Maurizio Gasparri), fanno campagne per il non-pagamento perche' la Rai non gli piace, ma che quando sono al Governo, tacitamente avvallano tutti gli aumenti e fanno finta di nulla su cio' che dicevano in passato. Mentre chi e' oggi all'opposizione (vedi on. Paolo Cento o on. Giuseppe Giulietti, per esempio) fa altrettanto oggi rispetto a quando era al Governo.
Un gioco al massacro del buon senso, della comprensione e del diritto. Che oggi annovera tra le sue fila il presidente ligure Sandro Biasotti. Che, richiamandolo alla realta' e alla semplicita' degli atti e dell'amministrazione, non possiamo che invitare a desistere da questi ambigui gesti e inviti, e a firmare la nostra petizione che chiede l'abolizione del canone/tassa in quanto tale.
La petizione puo' essere firmata a questo indirizzo Internet clicca qui
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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