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CANONE RAI E PREMI DA SOVIET LAOTIANO
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Comunicato 
16 gennaio 2002 0:00
 


SMARGIASSERIA DI STATO A CUI CONTRAPPORRE LA PETIZIONE PER L'ABOLIZIONE DELLA ODIOSA GABELLA SUL DIRITTO E LA LIBERTA' DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE

Firenze, 16 gennaio 2002. Oggi e' una giornata importante per il canone/tassa della Rai: in provincia di Ferrara, il presidente della televisione di Stato e di Governo, Roberto Zaccaria, premiera' il paesino (Lagosanto) con la piu' alta percentuale di "abbonati" rispetto ai residenti, mentre nel capoluogo di provincia ci sara' una cerimonia con ricchi premi e cotillons per altrettanti "abbonati" decani, con tanto di diretta sui canali di Stato.
Quando ieri abbiamo letto la notizia -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- ci sembrava un refuso o una battuta di qualche buontempone delle agenzie di stampa. Invece no! Era vera! E' una cerimonia per premiare coloro che evadono meno tasse, come esempio e riconoscimento della beneficenza del Leviatano buono: a naso ci sembra di ricordare cerimonie simili nell'Unione Sovietica degli "anni d'oro" o nel Laos attuale, nonche' immagini in bianco e nero di qualche cinegiornale italiano degli anni '930 quando il federale di zona premiava gli operosi contadini che lavoravano per la Patria e per il Fascio. Perche' non si tratta di meriti aggiunti (come, per esempio, puo' essere il riconoscimento che il Presidente della Repubblica da' con il titolo di "cavaliere del lavoro"), ma solo il merito di aver pagato una tassa! (Chissa' se il nostro Comune ha in cantiere ricchi premi per chi ha pagato l'Ici o la Tarsu ….)
A parte le evocazioni storiche (che male non fanno), con queste cerimonie si sta facendo un monumento all'ipocrisia e alla falsita'. Nel primo caso (ipocrisia) perche', neanche se ci torturano, qualcuno ci potra' convincere che esiste un italiano contento di pagare una tassa, che -fatto non indifferente- e' diffusamente percepita come ingiusta gabella. Nel secondo caso (falsita') i dati che vengono sciorinati si basano sul presupposto che qualunque italiano, per il fatto stesso di esistere, debba avere un televisore, per cui la percentuale di non-evasione e' calcolata sugli iscritti all'anagrafe: cioe' la considerazione del canone/tassa come una sorta di "certificato di esistenza in vita".
Tutto questo condito dalla martellante pubblicita' e pubblicistica che continua a chiamare questo balzello "abbonamento", quasi a convincere il contribuente medio di aver ottemperato una libera scelta nel pagarlo.
La scadenza del 31 gennaio entro cui pagare il balzello e' prossima, ma, per quanto ci e' dato ricordare, in tutte le campagne fatte in passato per "convincere" i sudditi, non avevamo mai visto tanta smargiasseria, e per di piu' di Stato, sul diritto alla liberta' di comunicazione e informazione.
Fintanto che l'Autorita' per la Pubblicita' Ingannevole continuera' a non ritenere ingannevoli questi messaggi (l'anno scorso ci ha respinto un ricorso in merito), e fintanto che questa tassa esistera', probabilmente ne vedremo delle belle. Ma per canto nostro non smettiamo di stimolare quei non pochi deputati (di Governo e di opposizione) che dicono di essere favorevoli all'abolizione di questo odioso balzello, anche con la petizione su cui, nel nostro portale Internet, stiamo raccogliendo le firme.
 
 
 
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