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CANONE RAI E TELEFONINI. LO STATO FUORILEGGE?
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Comunicato 
18 gennaio 2003 0:00
 
Firenze, 18 Gennaio 2003. Questo e' il periodo dell'anno in cui mediamente gli italiani prestano piu' attenzione al cosiddetto canone di abbonamento alla Rai. Ci sono i bei spot televisivi che i canali Rai mandano di continuo, e c'e' soprattutto la scadenza del 31 gennaio, entro cui pagare senza penalita'. Con in piu', quest'anno, la possibilita' del condono di 10 euro all'anno per chi non avesse pagato negli anni precedenti. Tutte le parti si prestano a questo gioco dell'assurdo, con i soliti novellini del settore che riempiono la nostra casella postale di domande sulla logicita' del canone a fronte di una non-fruizione dei servizi Rai che dallo stesso vengono pagati; ma e' una tassa e, come buona parte delle stesse, non ha una logica: va pagata e basta! Lo vuole chi ci governa e chi e' all'opposizione per il fatto stesso che "deteniamo un apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive". E' una tassa sul possesso. E mentre, nonostante i numeri che ci sciorina la Rai ogni anno, abbiamo la sempre piu' forte convinzione che l'esercito degli evasori sia il partito di maggioranza di questo Paese, c'e' un nuovo aspetto tecnologico che e' bene considerare. Per rimarcare come questa tassa di possesso, devoluta ad uno degli attori del mercato televisivo in esplicito abuso di posizione dominante, fa parte di un modo di amministrare e gestire la cosa pubblica che poteva andare bene quando c'era il monopolio e quando -bene che andava- la tv si vedeva dal vicino piu' facoltoso, e la parola Internet e videoregistratore non erano neanche nello Zanichelli . per rimarcarlo e' bene ricordare alla Rai e ai nostri legislatori e governanti che stanno favorendo il reato di evasione fiscale. Per ora limitato a qualche migliaio di persone, ma che, nel giro di pochi mesi e anni, sicuramente riguardera' tutti gli italiani.
Che ne facciamo dei primi telefonini che circolano e sui quali si possono ricevere sia le trasmissioni Rai che immagini piu' in generale? Non sono "apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualita' o dalla quantita' del relativo utilizzo" (come hanno anche detto sentenze della Corte Costituzionale e della Cassazione per confermare la validita' del canone)? Sono esentati? Perche'? Che differenza c'e' con la scheda tv che mettiamo nel computer e che ci consente di vedere le trasmissioni televisive, o con il monitor collegato al videoregistratore su cui vediamo i film piu' amati?
Cosa succedera? Oltre alle lettere di minaccia che arrivano a casa di ogni essere umano che, per il solo fatto di esistere, viene accusato dall'Urar di essere un evasore fiscale (ultimamente anche con la minaccia del "fermo amministrativo" dell'auto se non paga), vedremo agenti dell'Urar appostati in ogni negozio o tabaccaio o giornalaio che vende schede telefoniche per scovare l'evasore? O l'Urar dara' a questi commercianti un premio percentuale per ogni evasore che gli segnalera'?
Bene. Ora ci sentiamo nel doppio ruolo di cittadino e spia. Nel primo caso perche' abbiamo svolto un dovere civico richiamando chiunque -a maggior ragione la pubblica amministrazione- al rispetto delle leggi. Nel secondo caso perche' abbiamo "fatto una soffiata" che potrebbe fare male non ad un nostro avversario, ma a tutti, proprio tutti, i nostri amici e parenti.
C'e' una soluzione per uscire da questo clima di gioco dell'assurdo e invito all'illegalita' da parte dell'autorita'? Si'! Abolire il cosiddetto canone senza sostituirlo con altre forme meno indecenti di salasso fiscale. Ma questa per il momento e' fantascienza, dello stesso tipo dell'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che tutti gli italiani vogliono (come vogliono l'abolizione del canone), ma che Governo e opposizione continuano a reiterare "fottendosene" (il termine, vista l'arroganza della situazione, e' proprio quello che meglio esplicita la situazione) anche del voto popolare.
E noi che siamo cultori della fantascienza, non demordiamo. E ricordiamo il continuo procrastinarsi del gioco dell'assurdo intorno al canone/abbonamento/tassa.
Per chi volesse contribuire alla nostra fantascienza, c'e' sempre la petizione per abolire il canone nell'apposito sito Internet clicca qui
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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