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CANONE/TASSA RAI E BLITZ FINANZA
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Comunicato 
15 ottobre 2001 0:00
 


PERQUISIZIONI A RAFFICA DELLE FIAMME GIALLE: VOGLIAMO UN FINANZIERE IN OGNI CASA DI OGNI RESIDENTE! MENTRE IL MINISTRO DELLE COMUNICAZIONI FA FINTA DI ESSERE SE STESSO E IL SUO VICE PREPARA LE ARMATE DI CARTA, IL FUOCO DI PAGLIA COMINCIA A CONSUMARSI

Firenze, 15 ottobre 2001. La Guardia di Finanza di Mestre ha cominciato ad applicare la legge (cioe’ a fare il suo dovere) relativamente agli evasori fiscali che non pagano quella tassa sul possesso di un televisore che i piu’ conoscono come canone. Trenta abitazioni sono state perquisite e sembra che non abbiano intenzione di fermarsi.
E’ evidente che, quando vediamo i controllori della legge che operano per farla rispettare, siamo civicamente contenti –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- perche’, a differenza della dominante cultura del dire e non-dire, del fare e non-fare, abbiamo l’aspirazione che invece ogni cittadino possa distinguere tra lecito e illecito, e di conseguenza vivere con certezza del diritto, e non sopravvivere sperando sempre nella clemenza di questo o quell’altro governante o forza dell’ordine. Anche e soprattutto nel caso del canone/tassa che siamo obbligati a versare alla Rai, della cui abolizione siamo propugnatori, con tanto di petizione in Internet .
Ma non ci basta, perche’ vorremmo che tutte le Fiamme Gialle d’Italia si mobilitassero in materia, recuperando quei 500 miliardi di lire annui che vengono stimati essere evasi da chi non versa il dovuto. E per farlo dovrebbero quantomeno avere un mandato di perquisizione per ogni abitazione di ogni strada, di ogni paese e citta’, di ogni provincia e di ogni regione italiana.
E’ credibile tutto questo o e’ inverosimile, specialmente nel momento in cui il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, sostiene che nell’era di Internet sarebbe possibile inventare un sistema per sigillare le ricezioni di canali senza limitare in toto la liberta’ degli utenti? Mentre il suo sottosegretario, Massimo Baldini, ipotizza il pagamento di questa tassa correlato alla denuncia dei redditi. Chiaro e coerente, no? Il ministro teorizza dimenticando che si tratta solo di abolire il canone come tassa di possesso di un apparecchio televisivo, perche’ il resto vien da se’ (se vuole gli prestiamo un nostro apprendista tecnico che gli brevetti un sistema selettivo di ricezione dei canali televisivi), mentre il viceministro mostra "la mascella" dura della legge che per essere tale non potrebbe che sfociare nel controllo delle Fiamme gialle in ogni casa cosi’ come sopra abbiamo auspicato … e intanto e’ prossimo la partenza di non sappiamo quale campagna pubblicitaria miliardaria per convincere gli utenti a pagare il canone/tassa, con tanto di premi per chi lo fara’ prima, durante e dopo le scadenze.
Noi continuiamo con la nostra petizione e nel dare informazioni a tutti i neofiti del problema che, ignari, ci continuano a scrivere a decine ogni giorno, per cercare di capire l’assurdita’ di questa tassa e, soprattutto, per cercare di non pagarla (ovviamente rispondiamo che l’alternativa e’ non avere il televisore o farsi insaccare quello che si possiede). Nel contempo siamo sicuri che nell’agenda del Parlamento e del Governo questo problema non esiste, cosi’ come siamo convinti che, sotto sotto, verra’ dato un segnale di "calmata" ai finanzieri e i loro legittimi blitz, pena la rivolta degli italiani (da non sottovalutare, tipo quella che ha visto l’altro giorno, per le strade di Hong Kong, sfilare piu’ di 5 mila dipendenti pubblici contro il divieto di fumo negli uffici e locali pubblici; qualcuno avrebbe mai pensato ad una manifestazione del genere? E in entrambi i casi, il bene e’ primario e droga: ve l’immaginate una casa senza tv o un cinese senza sigaretta?).
L’inesistenza del problema a livello parlamentare e governativo, infine, e’ correlato all’esigenza di avere un servizio pubblico pagato dai contribuenti e di proprieta’ dello Stato e del Governo (com’e’ la Rai da quando, dismessa l’Iri, e’ "parcheggiata" presso il ministero dell’Economia e Finanze), con cui favorire il mercato della comunicazione e dell’informazione: una teoria e pratica economica che trova radici in tutte le filosofie e religioni monoteiste in cui, il dio unico, dispensa anche le leggi civiche.
 
 
 
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