La condanna di Antitrust a Difesa Debitori, accusata di pratiche commerciali scorrette e sanzionata per 1,1 milioni (1), è occasione per fare luce su un’ampia metodologia che in questi ultimi anni ha avuto un certo seguito sulla Rete.
Stiamo parlando di associazioni, gruppi, singoli (talvolta anche professionisti) che prestano i loro servizi a consumatori vessati da privati o pubbliche istituzioni per varie ragioni: utenze energetiche e di telecomunicazioni, contratti di vario tipo, vendite più o meno truffaldine, artigiani inadempienti, condominio, sanità, banche e prodotti finanziari, etc.
Il consumatore mediamente va in Rete e trova offerte di aiuto molto attraenti e aggressive, con promesse di risoluzioni in breve tempo e molto economiche. Salvo poi accorgersi, spesso dopo aver accettato le condizioni base per accedere ai loro servizi, che si tratta di studi legali o presunti tali che impostano procedimenti più o meno tradizionali di risoluzioni delle contese, spesso anche cause giudiziarie quando invece non ce ne sarebbe per niente bisogno. La caratteristica dominante è che viene chiesto il pagamento (quote anche consistenti) del servizio in anticipo e il saldo con quota parte dell’eventuale rimborso che riescono ad ottenere. Procedimenti che spesso i consumatori potrebbero espletare da soli con le varie autorità che hanno servizi di conciliazione, ma che questi venditori propongono procedibili solo con la loro mediazione.
Il consumatore, talvolta disperato e sfiancato dalla pressioni di creditori o presunti tali, può non cedere a queste lusinghe, basta informarsi e non fermarsi alle prime offerte. E quand’anche un’offerta di aiuto sembri interessante, è bene leggere tutte le condizioni prima di accettarle, soprattutto non fermandosi alla pubblicità.
La pronuncia odierna dell’Antitrust serva da lezione per tutti, consumatori e coloro che offrono servizi di consulenza e aiuto agli stessi.
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https://www.aduc.it/notizia/difesa+debitori+antitrust+multa+milioni_138300.php
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