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Imposta/canone Rai e lotta all'evasione. Agcom e Rai parlano fra chi non vuol sentire?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
6 luglio 2010 17:33
 
 Sembra un dibattito a distanza nel surreale quello tra il presidente dell'Agcom e il suo omologo della Rai. Corrado Calabro', nella sua relazione annuale al Parlamento dice che la Rai "deve acquisire effettivamente le risorse del canone, con un sistema di riscossione che riduca l'evasione, anche per migliorare la qualita'; la soluzione c'e'; basta volerla". Gli fa eco Paolo Garimberti: 'Ha ragione Corrado Calabro': gli strumenti ci sono, sono semplici, quasi banali. Basta soltanto volerli applicare. Rimando percio' la palla al governo e al Parlamento: sanno benissimo come si puo' fare, lo facciano'.
I due presidenti stanno parlando di una delle gabelle piu' odiate dai contribuenti, il tributo che, spacciato senza ritegno civico come canone o abbonamento, e' il simbolo del sistema televisivo italiano, basato su conflitto di interessi e abuso di posizione dominante.
Una materia su cui a intermittenza, il Governo e i giornali che lo sostengono, e soprattutto il capo del Governo e gli esponenti della Leganord, scorrazzano per farsi paladini dell'evasione e della liberta', sempre che quest'ultima, pero', sia a vantaggio delle loro tasche.
Nel contempo :
- la maggior parte dei contribuenti paga il balzello, la Rai fa l'esattore spesso con metodi illegali (firme false di dichiarazioni di possesso dell'apparecchio) e arroganti (balle su come e perche' sia dovuto il tributo);
- l'evasione di oltre un miliardo di euro all'anno che viene fatta da chi dovrebbe pagare il canone business, nonostante le nostre reiterate denunce, viene ignorata;
- le varie Agenzie delle entrate piu' volte interpellate sulla spinosa questione se il canone sia dovuto anche per il possesso di un pc, se ne lavano le mani e, come il presidente Garimberti, rimandano la palla ai politici;
- la Rai continua ad essere fuorilegge per la mancata pubblicita' dei compensi ai collaboratori;
- i Governi (quello attuale e i precedenti) ignorano le numerose interrogazioni che abbiamo fatto presentare negli anni e, quelle rare volte in cui rispondono, fanno i finti tonti, dicendo che faranno qualcosa, ma non fanno niente.
Questa situazione e' nota a Calabro' e a Garimberti. Entrambi, pero', preferiscono parlarsi con la consapevolezza che uno non vuole e non puo' ascoltare l'altro. Non vuole perche' dire come stanno le cose significherebbe “parlare fuori del coro” e presentare le premesse per essere rimossi. Non puo' perche' il potere piace all'umano che, anche in questo caso, “tiene famiglia”.. .anche se qui la famiglia non e' babbo-mamma-figli-zii-nipoti-fratelli ma quella delle corporazioni, dei partiti, delle cricche di potere: cioe' tutto un apparato che vive con e per una Rai che, se dovesse essere ligia alle leggi e -per esempio- privatizzarsi (non all'italiana col capitale pubblico) e rompere il conflitto di interessi con l'abolizione del canone/tributo, non avrebbe piu' linfa.
Come dice il presidente Corrado Calabro': “la soluzione c'e'; basta volerla”....
Qui il nostro specifico canale web per l'abolizione del canone e la privatizzazione della Rai

 
 
 
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