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L'INFORMAZIONE DELLA RAI
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Comunicato 
3 agosto 2002 0:00
 


MANIFESTAZIONE DEL 2 AGOSTO A BOLOGNA. L'ADUC CHIEDE L'INTERVENTO DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI VIGILANZA: MA CRISTO E' MORTO DI FREDDO?

Firenze, 3 Agosto 2002. Una notizia che oggi e' riportata da tutti i mezzi di informazione e' quella della manifestazione che ieri si e' tenuta a Bologna per ricordare la strage del 2 agosto di 22 anni fa alla stazione ferroviaria. E tutti abbiamo letto che alcuni partecipanti non hanno gradito i messaggi istituzionali e la presenza del ministro Rocco Buttiglione che portava il saluto e l'impegno del Governo, e hanno fischiato e urlato creando un parapiglia di rumori che molti non si sono neanche accorti che il tradizionale minuto di silenzio alle 10,25 (l'ora della strage), annunciato dal fischio di una sirena, era passato, tant'e' che poi e' stato fatto verso le 10,40. Noi c'eravamo e abbiamo anche documentato con un documento sonoro la manifestazione/cerimonia, e possiamo dire -come tutta la stampa italiana che stamane abbiamo letto- che le urla e i fischi di parte dei presenti erano rivolti contro i messaggi del Presidente della Repubblica, del Presidente della Camera dei Deputati, e contro l'intervento del ministro Buttiglione.
Ma ieri sera, vedendo verso le 23 il telegiornale del primo canale del servizio pubblico d'informazione televisiva, abbiamo ascoltato un veloce resoconto di questo incontro, con alcune immagini, che diceva qualcosa che, per amor di decenza, preferiamo chiamare incredibile: i fischi e le urla, secondo la giornalista che conduceva il Tg, erano perche' non si era tenuto il tradizionale minuto di silenzio alle 10,25! Il commento a caldo e' stato "…. e Cristo e' morto di freddo". Meno a caldo, ripercorrendo con la mente altre informazioni date grossomodo alla stessa maniera, ci siamo ricordati di episodi in cui essenzialmente l'errore di informazione era attribuibile alla cialtronaggine e alla superficialita' di chi trattava quello specifico servizio. Ma il caso di ieri sera non ci sembra ascrivibile a queste categorie di esercizio di una professione, quanto piuttosto a censura degli avvenimenti e stravolgimento degli stessi, cosi' come siamo abituati a leggere, per esempio, sul quotidiano del partito comunista cubano "Granma", che e' un po' il "cult" del genere.
L'avessimo ascoltata su una emittente privata, per esempio di Mediaset, avremmo pensato che quella giornalista stava facendo un servizio al proprietario della sua emittente (il capo del Governo, Silvio Berlusconi), magari perche' non bisogna dire che in giro c'e' qualcuno che non condivide la sua politica, perche' l'immagine granitica di un Governo e di istituzioni amate dai cittadini "fa alla bisogna". Ma sulle reti Mediaset abbiano ascoltato la notizia cosi' come l'abbiamo letta stamane sui giornali, mentre sul servizio pubblico d'informazione televisiva e' stata quella di cui sopra. E non stiamo parlando di opinioni e punti di vista, ma di NOTIZIA, su cui ognuno puo' dire e pensare cio' che vuole, ma, evidentemente, lo puo' fare a ragion veduta solo nel momento in cui gli si dice come si sono svolti i fatti, e non cambiando i fatti a uso e consumo di qualcos'altro.
Siccome l'informazione della Rai siamo costretti a pagarla solo per il fatto che esistiamo e solo perche' possediamo un televisore con cui ci vediamo solo le videocassette, e siccome quello che e' successo ieri sera ci sembra "anomalo", ne chiediamo conto al presidente della Commissione parlamentare di vigilanza dei servizi radiotelevisivi, il sen.Claudio Petruccioli.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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