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MINISTRO GASPARRI E CANONE/TASSA RAI
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Comunicato 
18 settembre 2001 0:00
 


L’EX ABOLIZIONISTA STA PER APPROVARE UN NUOVO AUMENTO
ATTREZZIAMOCI PER RISPONDERGLI: ABOLIRE LA GABELLA!

Firenze, 18 Settembre 2001. Il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, nel corso di un’audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato, ha fatto sapere che cerchera’ di usare un "sano indirizzo" (la parola "sano" ci fa venire un brivido sulla schiena) per l’entita’ dell’aumento del canone Rai, rispetto a richieste fino a 30 mila lire che gli sono giunte. Entro il 30 novembre, una speciale commissione, insieme al ministero dell’Economia e la Rai stessa, fara’ una proposta sull’aumento. Il ministro Gasparri, rispetto agli aumenti degli ultimi anni, che lui ha considerato di entita’ modesta, ha sottolineato che proprio per questo gli aumenti non potranno essere alti, perche’ sarebbero ingiustificati.
Interviene il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito.
Prendiamo atto, con le cose dette dal ministro oggi in Senato, che Maurizio Gasparri ha ufficialmente cambiato posizione rispetto a quando era, nella passata legislatura, all’opposizione e voleva abolire il canone/tassa. Oggi e’ arrivato anche a esplicitamente comunicarci che gli aumenti ci saranno, pur se modesti, ma ci saranno.
E’ evidente che il canone Rai non e’ piu’ cio’ che il ministro Gasparri lo considerava solo qualche mese fa (pur con lo stesso presidente Rai di oggi, Roberto Zaccaria, e lo stesso consiglio di amministrazione), ma, siccome proprieta’ (parcheggiata dopo la dismissione dell’Iri al ministero dell’Economia, ex Tesoro) e indirizzo (il suo ministero) sono della sua maggioranza politica, e’ una giusta gabella per finanziare uno strumento politico nelle mani di questa maggioranza, cosi’ come nella passata legislatura era per la maggioranza di centro-sinistra. Tutto questo evitando il controllo parlamentare, grazie al perdurare della non-nomina del presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza.
Grazie signor ministro, ora abbiamo capito meglio dov’e’ il solco fra cittadini e potere, fra gabellati e lo stesso potere: e’ in cio’ che Niccolo’ Machiavelli ci ha insegnato con la sua fondamentale opera "Il Principe".
Intanto, siccome la scadenza del "rinnovo dell’abbonamento" si sta avvicinando (il 30 Gennaio, con tutte le proroghe e i regali per convincere i morosi a rispettare cio’ che dovrebbe essere un dovere e quindi sanzionato dalla legge), fra non molto cominciera’ il solito grande battage pubblicitario a suon di milioni (i nostri), e per noi sara’ l’occasione per rilanciare la petizione per la sua abolizione, cosi’ come riportato nel nostro sito Internet.
 
 
 
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