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RAI: SEPARARE I BILANCI DA CANONE E DA PUBBLICITA' E ABOLIRE IL CANONE STESSO?
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Comunicato 
11 marzo 2002 0:00
 


LO SOSTIENE IL MINISTRO DEI BENI CULTURALI. MA QUANDO DALLE PAROLE SI PASSERA' AI FATTI?

Firenze, 11 marzo 2002. Il ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani, in una intervista pubblicata oggi sul "Corriere della Sera", articolando il suo pensiero sul sistema pubblico di informazione radiotelevisiva, sostiene due cose importanti: la presentazione, da parte della Rai, di bilanci separati rispetto all'uso dei soldi del cosiddetto canone e dei soldi degli introiti pubblicitari, e che il canone stesso va abolito.
Ringraziamo il ministro Urbani per aver parlato in modo chiaro e diretto -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- ma vorremmo che dalle parole si passasse ai fatti, che sono per l'appunto due.
Il primo e' quello della denuncia, anche in sede giudiziale, della gestione del precedente consiglio d'amministrazione della Rai, perche', per voce del suo presidente Roberto Zaccaria, aveva sempre ripetuto di aver fornito all'Ue (nella fattispecie all'ufficio del commissario Mario Monti) che glieli chiedeva, i bilanci separati della gestione economica della tv di Stato, rispetto a canone e pubblicita'. Ma non e' successo, ed e' grave perche' e' stato uno dei tasselli mancanti per fare chiarezza nel processo di privatizzazione della Rai, cosi' come anche chiesto dagli italiani con uno specifico referendum alcuni anni fa.
Il secondo e' quello di far si' che l'abolizione della tassa di possesso di un apparecchio televisivo, eufemisticamente chiamata canone o abbonamento, non continui ad essere un motivo conduttore da interviste e minacce (dell'opposizione di turno: ieri brandito dal centro-destra, e oggi brandito dal centro-sinistra), ma sia un atto concreto su cui si esprima il Parlamento.
Da parte nostra continuiamo a dare un contributo con la petizione abolizionista sul nostro portale Internet ( clicca qui ). Ma il passaggio dalla fase di protesta/proposta (la nostra) a quella esecutiva, piu' in la' si va col tempo, piu' si allontana. La storia recente insegna: il cambio di guardia nella conduzione dell'informazione e dell'intrattenimento di Stato, a parte alcune piccole migliorie o peggioramenti (dipende dai punti di vista) tutte interne al sistema, ha sempre avuto valenza al pari del cambio di un amministratore nella gestione di un condominio. Ora, e' chiaro che noi non pretendiamo che l'attuale Governo demolisca il palazzo (come noi auspicheremmo), ma che quantomeno si metta in condizioni di fare a gara con altri condomini, con tanto di affittuari (i consumatori) liberi di scegliere se andare ad abitare in uno o nell'altro, e non continuare ad essere obbligati a pagarne uno perche' l'altro esista.
 
 
 
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