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RELAZIONE ANTITRUST. IL LIBRO DELLE LAMENTELE E DEI SOGNI IRREALIZZABILI, A PARTIRE DALLA CLASS ACTION
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Comunicato 
26 giugno 2007 0:00
 

Firenze, 26 Giugno 2007. La relazione del presidente dell'Antitrust, Antonio Catricala', oggi al Parlamento, sembra il libro delle lamentele e dei sogni irrealizzabili, il progetto di una economia e di una societa' di un gioco intitolato "Il futuro che vorremmo"... ma, per l'appunto un gioco. Perche' fino ad oggi il Parlamento e' stato abbastanza sordo, dando in pasto al "popolo bue" le varie relazioni delle varie autorita', e poi legiferando o non legiferando per -di fatto- lasciare la situazione cosi' com'e': un mercato in cui la concorrenza e' quasi sempre solo nei discorsi elettorali e delle feste di partito.
Potremmo sviscerare quanto detto da Catricala' e dimostrare punto per punto la veridicta' di queste nostre esternazioni, ma ci limitiamo a due soli aspetti, uno relativo ad una situazione gia' teoricamente ideale per il consumatore (mercato della telefonia), e l'altra che dovrebbe divenire tale con l'approvazione di una nuova legge (class action). Nel primo caso i decreti Bersani hanno dato alcune dritte a favore di mercato e concorrenza (per esempio la scissione dei contratti in trenta giorni senza penali), ma e' come se le leggi non esistessero, perche' tutti gli operatori continuano a fare cio' che facevano prima e nessuna Autorita' (in questo caso Comunicazioni e Antitrust) e' intervenuta. Per la class action, invece, si sta per commettere uno dei piu' gravi attentati al diritto e alla liberta' di difesa del cittadino: la tendenza prevalente (Governo soprattutto) e' quella di introdurla come strumento utilizzabile da alcune corporazioni e non dal cittadino e con meccanismi di rimborso che renderanno piu' difficile ottenere giustizia rispetto alla situazione attuale (singole cause di ogni danneggiato dopo il verdetto favorevole) (1).
Ci spiace, ma non ci uniamo al coro degli elogi al presidente Catricala'. Non per quello che ha detto, ma perche' fino a che non vedremo atti concreti che diano un valore alle sue parole, non ci uniamo al "popolo bue" che si sente soddisfatto perche' gli si e' fatto credere che da oggi la propria vita cambiera', ma invece gli si e' dato solo in pasto in po' di fumo.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

(1) Qui la nostra proposta di legge:
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