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RIDUZIONE DEL CANONE RAI. L'OFFERTA DEL MINISTRO GASPARRI .... PERCHE' PRENDERSI BEFFA DEI CONTRIBUENTI?
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Comunicato 
7 aprile 2004 0:00
 

Firenze, 7 Aprile 2004. "...l'azienda gode di ottima salute e, nonostante gli sforzi che dovranno essere fatti per l'applicazione del sistema digitale, offrira' i suoi servizi ai cittadini ad un costo minore". Sono le parole pronunciate lo scorso 3 aprile dal ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, in visita alla sede di Cosenza della Rai. Confermate ieri mattina a Napoli: "la riduzione (ndr del canone) sara' possibile perche' sono stati evitati degli sprechi e non perche' abbiamo tagliato i posti di lavoro". Immaginiamo che, da qui alla fine dell'anno, quando materialmente verra' deciso dal ministero l'importo per il canone 2005, il nostro ministro ci tornera' su' piu' volte, anche se -ce ne scusi il ministro- quando si sentono i politici che in campagna elettorale (europee e amministrative) parlano di riduzione di tasse, ci viene sempre un certo prurito di rigetto. Perche' il ministro Gasparri e' di una tassa che sta parlando, quella sul possesso di un apparecchio atto a ricevere trasmissioni televisive, indipendentemente da cosa e come si guardi. Per cui quando il ministro ci dice che la Rai "offrira' i suoi servizi ai cittadini ad un costo minore", non dice le cose come stanno: la Rai/Stato non ci offre nulla, ma si incamera i proventi di una tassa che tutti pagano anche per far giocare i figlioli alla playstation: il concetto di "offrire un servizio" presuppone la volonta' di scelta del fruitore di quello specifico servizio, non del mezzo con cui puo' fruire anche -e spesso esclusivamente- dei servizi della concorrenza. Per capire: ve l'immaginate il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, o lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che proprio in questi giorni sta promettendo la riduzione delle tasse a partire dal prossimo gennaio, che dica qualcosa tipo "grazie alle tasse ridotte lo Stato offrira' i suoi servizi ai cittadini ad un costo minore"? Come minimo una risata fragorosa seppellirebbe un'affermazione del genere. Ed e' quello che ci sta succedendo per l'affermazione del ministro Gasparri, con l'aggiunta che la questione assume la dimensione di una beffa, cioe' quello che popolarmente si dice "cornuto e mazziato". I tempi sono cambiati per il ministro Gasparri, rispetto a quando era un deputato dell'opposizione che tuonava (insieme alla Leganord, altra smemorata in materia) per l'abolizione del canone/tassa. Ma il nostro non si accontenta solo di non dare corpo ai suoi propositi che, in un certo modo, lo hanno anche portato ad essere maggioranza di Governo, e quindi, con fare e dire che i suoi predecessori avevano il pudore di non utilizzare, viene anche a beffeggiare i contribuenti.
A chi giova?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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