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TELECOM E AGCOM. GLI INCONTRI IN CUI PARLANO DI ACQUA CALDA E SI IMPEGNANO A IMBOTTIGLIARE LA STESSA PER MEGLIO VENDERLA (TELECOM) E MEGLIO GIUSTIFICARE LA PROPRIA ESISTENZA (AUTORITA')
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Comunicato 
20 settembre 2006 0:00
 

Firenze, 20 Settembre 2006. Si sono incontrati i nuovi vertici di TelecomItalia, il neo-presidente Guido Rossi e l'ad Riccardo Ruggero, e l'Autorita' Garante delle Comunicazioni (Agcom). Il presidente di quest'ultima, Corrado Calabro', ha ricordato che i suoi interventi sono sempre ispirati alla tutela della concorrenza e degli utenti. Per quanto riguarda il miglioramento della trasparenza delle condizioni di accesso alla rete fissa, il Consiglio dell'Autorita' e i vertici di Telecom Italia hanno condiviso d'intraprendere un confronto sul percorso da sviluppare, finalizzato -nell'ambito della competenza istituzionale dell'Autorita'- ad una modulazione degli impegni e delle condizioni regolamentari, con salvaguardia del contesto concorrenziale: un percorso complesso e articolato che -hanno detto- richiedera' i tempi necessari.
Tradotto in linguaggio per i comuni mortali, significa che l'Agcom si e' impegnata a fare cio' per cui e' stata istituita, mentre TelecomItalia continuera' a fare cio' che ha sempre fatto, facendo modulare le norme e i tempi alle proprie esigenze.
Cioe' questi due soggetti hanno parlato dell'acqua calda e si sono impegnati a imbottigliarla per meglio venderla -da parte Telecom- e meglio giustificare la propria esistenza -da parte Agcom. Acqua calda che tutti i fruitori dei servizi Telecom ben conoscono perche' ne sono stati ampiamente scottati e che, purtroppo, sono costretti a comprare (direttamente o indirettamente attraverso altri gestori schiavi dell'ultimo miglio) pena l'assenza di servizi di telefonia fissa, soprattutto Adsl (li' dove questo servizio e' fruibile).
A noi che TelecomItalia sia italiana o meno non ci interessa. E crediamo che chi si pone questo problema, in era comunitaria e globalizzante, e' solo per una presunta caccia di consensi nazionalpopolari e protezionisti. A noi interessano i servizi che non ci sono e la pessima qualita' di quelli che ci sono. L'acqua calda dell'incontro odierno e' per l'appunto tale e non ci sembra apporti alcuna modifica a questi indirizzi di politica commerciale e istituzionale. Anzi. Questi indirizzi contribuiscono nel discredito delle nostre istituzioni e nella conferma di un capitalismo italiano che sopravvive solo grazie ad abusi di posizione dominante come quello di Telecom con l'ultimo miglio, con tanto di ingabbiamento grazie alla golden share.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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