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TELECOM. IL TRIBUNALE DI GENOVA CONDANNA LA COMPAGNIA AL RISARCIMENTO DEL DANNO ESISTENZIALE QUANTIFICATO IN 5000 EURO
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Comunicato 
10 ottobre 2006 0:00
 

Firenze, 10 Ottobre 2006. Un cittadino ci ha segnalato la sentenza n. 2429 emessa in proprio favore dal Tribunale di Genova nei confronti di Telecom, lo scorso 23 maggio 2006. Si tratta del Sig. Disma Vittorio Cerruti, difesosi in proprio in quanto avvocato, il quale ha subito uno dei tanti disservizi che quotidianamente ci vengono segnalati e che ha deciso di sfidare la giustizia, ottenendo giustizia. Questo, in breve, l'accaduto.
L'utente chiede, verbalmente e a mezzo fax, che la Telecom proceda alla voltura dell'utenza fino ad allora intestata al padre, appena deceduto.
Passano mesi e nulla, dall'operatore solo scuse, rinvii, rimpalli. Al che' il Sig. Cerruti decide di effettuare quello che propriamente si chiama "eccezione di inadempimento" ossia, in soldoni, "non ti pago finche' non adempi alla tua prestazione". A questo gesto segue un primo distacco della linea con riattivazione successiva al pagamento, e un secondo distacco arbitrario e ingiustificato. Telecom, anziche' volturare come richiestole, sottopone poi alla firma dell'utente un "nuovo abbonamento", con le conseguenze economiche delle nuove attivazioni, e nuova liberatoria al trattamento dei dati personali, anche per usi commerciali e pubblicitari, senza far menzione della possibilita' di negare il proprio consenso per usi diversi da quelli strettamente necessari all'esecuzione del contratto.
Solo dopo la citazione a giudizio la compagnia si e' finalmente decisa ad effettuare la voltura richiesta. Il Tribunale di Genova ha aspramente commentato l'operato di Telecom, ritenendolo illegittimo sotto vari profili. Ha definito "grave e inammissibile" il ritardo alla volturazione e ingiustificabili le scuse addotte consistenti in "tempi tecnici necessari" definiti, forse ironicamente, "ineffabili". "Ancor piu' grave, sotto il profilo della correttezza e della buona fede nell'esecuzione del contratto e' stato il tentativo posto in essere da Telecom di imporre all'attore la stipulazione di un contratto nuovo" e ancora: "manifestamente ingannevoli" i modi con cui la stessa ha chiesto la liberatoria al trattamento dei dati personali, al fine di ottenere dal cliente un consenso confuso e disinformato.
Pur in assenza di danni patrimoniali, il Tribunale ha condannato Telecom a pagare 5000 euro per le spese legali e altri 5000 per danno esistenziale (il disturbo, il turbamento di serenita') "determinato dalla mancanza di risposte chiare e affidabili, dall'ostinata, esasperante inerzia "tecnica" del soggetto da cui dipende la fornitura di un servizio essenziale".
La sentenza costituisce un precedente importante, dove, pur non avendo subito un danno economico, un cittadino viene risarcito per il muro di gomma piuttosto che per vere e proprie illegalita' e scorrettezze a cui Telecom sottopone giornalmente tutti noi, vuoi con una, vuoi con altra disavventura.


Claudia Moretti, legale Aduc
 
 
 
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