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Il tripolio Rai-Sky-Mediaset
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Articolo di Vel
14 agosto 2009 0:00
 
Rai, Sky e Mediaset. È un "tripolio" conclamato quello che regna nel sistema televisivo italiano. E i numeri del 2008 stanno li' pronti a testimoniarlo. La torta dei ricavi da 8.473 milioni di euro (+4,1 per cento sul 2007) e' divisa in tre fette: a Viale Mazzini vanno 2.723 milioni di euro (-0,2 per cento sul 2007); a Rupert Murdoch 2.640 milioni (+ 9 per cento); e al "Biscione" 2.531 milioni (+ 5 per cento). La cioccolata nei soliti tre piattini, insomma, e agli altri invitati al grande bacchetto della tv solo qualche rimasuglio di panna. Sempre guardando ai ricavi, Sky Italia - sull'onda di una buona raccolta pubblicitaria giunta a quota 232 milioni - diviene addirittura il secondo gruppo televisivo del Bel Paese e mantiene la leadership assoluta del pay. Mediaset e' leader nella pubblicita' (e negli utili) e si rafforza nell'offerta a pagamento passando da 125 a 199 milioni di euro. E la Rai?
Certo, e' ancora la principale media company italiana con oltre 2,7 miliardi di euro di ricavi; ma perde qualcosa sul 2007, e nel 2009 paghera' un grosso dazio - causa la gelata finanziaria - per la flessione della raccolta Sipra. Una raccolta che gia' nel 2008 ha accusato un -3,6 per cento. Per questo al settimo piano e' il momento di guardare oltre; di uscire dalle solite beghe di Palazzo; di pensare a diversificare strategie e offerta; e soprattutto di fare un pensierino (con un pizzico di fantasia) anche alla pay.
L'articolo 29 dell'attuale contratto di servizio tra la Rai e il ministero dello Sviluppo economico gia' consente a Viale Mazzini "a livello sperimentale e sotto l'attento controllo del ministero - precisa lo stesso viceministro Paolo Romani - di sviluppare la pay senza ridurre il servizio pubblico". "La Rai - si legge nel testo - progetta ulteriori offerte di contenuti multimediali attraverso canali pay". E il nuovo contratto, che sara' firmato a dicembre 2009, aumentera' questa possibilita'. Ma cosa potrebbe offrire "mamma Rai" a pagamento ai suoi 56 milioni di "figlioli"? E su quale piattaforma? Beh, sul dove non c'e' dubbio. La nuova Tivu'Sat non puo' ospitare -Cologno docet con il suo Premium rimasto a terra - televisione a pagamento; di tornare a nuotare nelle acque dello "Squalo" non e' il caso; non rimane che concentrare le attenzioni sul digitale terrestre dove Viale Mazzini farebbe "concorrenza" a Mediaset e Dahlia Tv.
Passando al cosa far pagare, la questione si fa davvero piu' complicata.
Sedici milioni di famiglie gia' pagano oltre cento euro l'anno per il servizio pubblico. Chiedere loro un ulteriore sforzo in tempi di crisi non e' cosa da poco. Inutile poi immaginare un investimento del settimo piano di 400-500 milioni l'anno - sullo stile di Piersilvio Berlusconi - per acquistare i pregiati diritti tv del calcio o del cinema.
L'unica strada rimane quella del bouquet in pieno stile RaiSat. Quello che ieri la Rai faceva pagare a Sky 50 milioni l'anno; che oggi offre gratuitamente ai sardi; e che domani - riveduto e corretto - potrebbe offrire con apposita card a pochi euro magari solo ai suoi abbonati certificati.
(Gianluca Vacchio - Il Velino)

 
 
 
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