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Informazione di Stato. Come e che fare della Rai?
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28 gennaio 2024 14:03
 

Dopo la zuffa politica per la direzione del Teatro di Roma tra governo e opposizione, è stata trovata la soluzione con grossomodo il “metodo Rai”, spartizione. Nel caso specifico sono stati nominati due direttori nelle grazie dei due contendenti.

Alla Rai, invece, devono fare i conti con i numeri del Parlamento, per cui la stessa Commissione di vigilanza è espressione degli emicicli del Parlamento: più sbilanciata sulla cosiddetta destra e non sull’altrettanta cosiddetta sinistra. Questo il metodo - accettato da tutti i nostri eletti con borbottii di dissenso sulle dita di una mano - per assicurare agli italiani l’informazione e l’intrattenimento di Stato.

Nel frattempo, chi ha meno posti spara veleni e accuse di censura su chi ne ha di più.  Questi ultimi replicano in modo abbastanza preoccupante con cose del tipo “ora comandiamo noi, zitti!” (lo ripete spesso, e per ogni questione, anche il primo ministro)... alla faccia dell'interesse superiore dello Stato dove, chi viene scelto per un certo periodo, dovrebbe governare in base a certe regole costituzionali e/o scelte da maggioranze che vanno oltre il 51%... ma invece comanda.

Sulla Rai ogni tanto vengono fuori proposte per modelli tipo Bbc, ma ovviamente sono pura accademia, mancando la volontà politica di un confronto e una soluzione in merito. Insomma, la Rai - di riffa o di raffa lo sostengono tutti - va bene così com’è.

Per superare questa situazione, gli italiani che sono stati chiamati al voto alcuni fa con un referendum, hanno già detto la loro: la Rai deve essere privatizzata (2). Cosa c'è di meglio di un voto popolare per decidere nell’interesse pubblico?

I vantaggi legali, informativi ed economici di una privatizzazione
Premesso che la fonte principale di finanziamento della Rai è il cosiddetto canone (imposta obbligatoria di possesso di un tv collegato al digitale terrestre)... perché si deve finanziare per un intrattenimento di Stato, tra l’altro in aperto abuso di posizione dominante rispetto a concorrenti che vivono di pubblicità, di cui la Rai è tutt’altro che esente?

Sarebbe logico che lo Stato (centrale, regionale e comunale) avesse canali di informazione e confronto sul proprio operato, senza pubblicità e senza prevalenza del governo di turno.

Gli utenti/contribuenti potrebbero informarsi senza i filtri di maggioranze e opposizioni. L’imprenditoria del settore - informazione e spettacolo - non sarebbe condizionata dal moloch pubblico, ma espanderebbe la propria presenza con vantaggi in qualità ed economia (maggiore imprenditoria, posti di lavoro che, tra l’altro, attrarrebbero quelli in uscita dalla dismissione dell’attuale Rai).

Ma forse questo - ci si consenta una battuta - potrà avvenire quando avremo mandato i fascisti (di cui è tipico il metodo di comandare piuttosto che governare) su Marte?

Qui il canale web di Aduc dedidcato alla Rai e al canone

Qui il video sul canale YouTUbe di Aduc

 
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