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RIFORMA RAI E ASTA DEL CANONE
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Comunicato 
17 novembre 2000 0:00
 


IL TENTATIVO DI LEGITTIMARE IL DUOPOLIO RAI/MEDIASET NELLA GESTIONE DELLA RAPINA DEL CANONE/TASSA.
LA RIFORMA SAREBBE ABOLIRE IL SERVIZIO PUBBLICO, CON BENEFICIO PER LE TASCHE DEI CONTRIBUENTI E DELLO STATO
CONTINUA LA PETIZIONE ADUC PER L'ABOLIZIONE DEL CANONE RAI.

Firenze, 17 Novembre 2000. Alla vigilia della Finanziaria che eroghera' fiumi di miliardi per il servizio pubblico radiotelevisivo, con un canone/tassa di 2500 miliardi all'anno, il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza, in un impeto di privatizzazione propone che un'autorita' indipendente indica una gara per assegnare questi 2500 miliardi, che ora vanno alla Rai, ad un vincitore con garanzie di copertura totale del territorio.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ci sembra l'ennesimo tentativo per perpetuare quella vera e propria rapina che viene fatta alle tasche dei contribuenti: la tassa sul possesso dell'apparecchio televisivo che, eufemisticamente, continua ad essere chiamata canone. Si fa finta di ignorare, anche in questa proposta, che il nodo del problema e' l'esistenza del canone/tassa, non il fatto che la gestione del servizio pubblico sia Rai o Mediaset (perche' la partita' in gioco, anche se l'on.Landolfi non lo dice, e' questa): un metodo di considerare l'informazione pubblica come una cosa propria (e quindi gestita dalle logiche della spartizione e della conquista del potere politico ed economico), piuttosto che un servizio.
Secondo noi sono i colpi di coda di un sistema che potrebbe essere travolto se, chi parla di privatizzazione e liberalizzazioni, facesse un salto di qualita', dando alle parole il significato etimologico che le spetta, e non la deformazione della convenienza del momento. Ci rendiamo conto che non e' cosa facile, vista la situazione e il livello di confronto e impegno delle istituzioni in materia, e per questo, per esempio, stiamo conducendo con notevole riscontro la campagna di raccolta firme sulla petizione per l'abolizione del canone Rai .
Non si capisce, infine, perche' un Paese libero debba avere un servizio pubblico d'informazione: in sua assenza, non mancherebbe certamente il desiderio imprenditoriale di concorrere per offrire prodotti simili a costo zero per lo Stato: risparmierebbero sia i contribuenti -senza piu' la tassa/canone- che lo Stato, a partire dal fatto che non dovrebbe piu' perdere tempo a star dietro alle beghe di abuso di posizione dominante della Rai nel settore.
 
 
 
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