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SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO
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Comunicato 
10 dicembre 1999 0:00
 


L'ANNO PROSSIMO CI SARA' EROGATO DA UNA SOLA RETE RISPETTO ALLE TRE ATTUALI, MA IL CANONE OBBLIGATORIO AUMENTA …..

Firenze, 10 Dicembre 1999. Il ministro delle Comunicazioni, Salvatore Cardinale, in un'intervista al settimanale Panorama ha auspicato che il Disegno di Legge 1138 per la disciplina del sistema delle Comunicazioni sia approvato prima della liquidazione dell'azionista Iri, prevista per il prossimo mese di giugno. La riforma prevede la "privatizzazione" della prima e seconda rete, e una terza di pubblico servizio che vivra' esclusivamente di canone.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
L'avidita' dello Stato rispetto a quello che chiamano servizio pubblico radiotelevisivo e' notoria, tant'e' che per non avere sorprese e previsioni incerte di introiti, hanno trasformato quello che eufemisticamente continuano a chiamare "canone di abbonamento" in tassa sul possesso di un apparecchio radiotelevisivo.
Ma l'avidita' e' senza fine quando e' mossa anche con metodi arroganti, tipici del potere monopolista. Infatti nella Finanziaria in dirittura di arrivo alla Camera e' anche previsto un aumento del canone di 3000 lire, cioe' 45 miliardi lordi in piu'. Saranno aumentati i costi e ci sono poche entrate? Non ci sembra, perche' la Rai ha bilanci in attivo, con oltre 2000 miliardi di incassi pubblicitari nel '99, e 270 mila nuovi pagatori di "canone". Se a questa situazione aggiungiamo quello che auspica il ministro Cardinale, a giugno il canone servira' solo per la Terza rete, quindi un utilizzo piu' che triplicato rispetto ad oggi: come piu' volte ci ha ricordato il presidente della Rai, Roberto Zaccaria (e lo ha anche confermato, senza mai dimostrarlo, in sede di procedura comunitaria d'infrazione), il "canone" serve a pagare quella parte di servizio pubblico che viene fatta da tutte le reti (inclusa la Prima e la Seconda di oggi); quindi, se a giugno questo servizio pubblico sara' svolto solo da una Rete (che, oggi, essendo la cenerentola del gruppo, non prende un terzo del "canone"), quest'ultima si vedra' sommersa di soldi. E non bastavano quelli attuali? C'era proprio bisogno di questi nuovi 45 miliardi della Finanziaria? Ci sarebbe sembrato logico che, passando da tre a una le reti pubbliche, il canone dovesse diminuire. Ci immaginiamo la pronta risposta: ma la nuova Terza rete sara' senza pubblicita', quindi avra' bisogno di piu' soldi. Ma siamo proprio sicuri? Vorremmo saperlo.
 
 
 
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