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CANONE RAI: MA COME FANNO A SAPERE QUANTI SONO GLI EVASORI?
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Comunicato 
26 agosto 2003 0:00
 

ABBIAMO IL FORTE DUBBIO CHE QUALCUNO STIA PRENDENDO IN GIRO I CONTRIBUENTI
Firenze, 26 Agosto 2003. Ogni volta che vengono pubblicati i dati sul numero di cosiddetti abbonati alla Rai (cioe' i nuclei famigliari che pagano la tassa per il possesso di un apparecchio televisivo), ci viene fatto sapere, con precisione da ufficio dell'anagrafe, anche il numero di coloro che sarebbero gli evasori. Quest'anno pare che gli evasori siano il 18,57% (3.699.500 su un totale di 19.915.500 famiglie che sarebbero in possesso di televisore). I dati sono forniti dalla Rai.
Ma come fa la Rai a sapere quante sono le famiglie che possiedono un televisore? Perche' quasi 20 milioni su un totale di famiglie -dati 2001 del censimento Istat 2002 - di quasi 22 milioni? E' un mistero. Perche' sicuramente non e' un dato che la Rai ricava dalla vendita dei televisori, in quanto questi apparecchi sono sempre piu' spesso piu' di uno per ogni famiglia, e il canone/tassa si paga per nucleo famigliare non per numero di apparecchi posseduti.
Noi abbiamo sempre sostenuto che la Rai facesse un calcolo all'ingrosso, cioe' che ad ogni famiglia italiana corrispondesse necessariamente un televisore, e quindi trattandosi di una tassa e avendo accesso a tutti gli uffici anagrafe dei Comuni italiani (ma anche gli abbonati all'Enel e alla Telecom), sistematicamente inviava una letterina di richiesta di pagamento ad ogni persona che avesse avuto l'ardire di intestarsi una di queste utenze o di fare un cambio di residenza, premurandosi di tartassare -immaginiamo a campione- anche chi non avesse dato segni di nomadismo. Questa volta, pero', la Rai ci stupisce: come mai 2 milioni di famiglie italiane non possiedono un televisore? Mistero? Noi crediamo che sia il solito calcolo all'ingrosso, levando qualche milioncino per renderlo piu' credibile. Perche' cio' che conta e' il sensazionale, creare un clima di assedio generale per far sentire circondati coloro che secondo la Rai non pagherebbero la gabella.
Gabella che -sia chiaro- fintanto che c'e' e' doveroso pagare, cosi' come e' doveroso reclamarne l'abolizione. Ma che per essere riscossa, meriterebbe -da parte dei contribuenti- quantomeno di non avere il forte sospetto di essere preso in giro. Ve l'immaginate lo Stato che cercasse di fare paura ai suoi evasori fiscali non dati falsi sul gettito e sul non-gettito fiscale? Tutti griderebbero allo scandalo. Ma qui nessuno grida allo scandalo . forse perche' il sistema di raccolta dei soldi per mantenere il principale responsabile dell'abuso di posizione dominante nel mercato dell'informazione e dell'intrattenimento, appartiene ad uno di Stato nello Stato?
Noi formuliamo l'ipotesi, perche', per ora, ci teniamo solo il forte sospetto, avendo semplicemente fatto 2+2 e non tornandoci lo stesso quattro della Rai.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc

Sul portale dell'associazione c'e' un settore dedicato alla gabella del canone Rai, con anche una petizione in cui se ne chiede l'abolizione: clicca qui
 
 
 
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