testata ADUC
CANONE/TASSA RAI. COME IL MONOPOLISTA DA' I NUMERI PER IMPIETOSIRE IL LEGISLATORE
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
16 novembre 2005 0:00
 

Firenze, 16 novembre 2005. Stanislao Argenti, responsabile direzione amministrazione abbonamenti della Rai, in un'audizione alla commissione parlamentare di vigilanza della Rai, ha lanciato l'allarme: cinque milioni di famiglie non pagano il canone, con un danno per l'Erario di quasi 500 milioni di euro. Urka!! Scoviamoli tutti questi reietti, visto che, tutto sommato, non dovrebbe essere tanto difficile sapere se una famiglia in casa ha un televisore o meno, e cosi' i bilanci della Tv di Stato potranno meglio affrontare i cachet miliardari delle trasmissioni che allietano le giornate degli italiani? Ma, a parte questo aspetto relativo (il canone/tassa non si paga per vedere la tv di Stato ma per il solo fatto di possedere un apparecchio che riceve un segnale televisivo, foss'anche solo per vederci le cassette dei filmini della prima comunione), cio' che ci fa specie e' la presumibile cialtroneria con cui questi dati sono stati assemblati e quindi comunicati ad una istituzione come il Parlamento: crediamo che i vampiri di viale Mazzini lo abbiano fatto col solo intento di impietosire il legislatore e convincerlo a dargli piu' mano libera per scovare i presunti evasori e -in fondo fondo- sperando che in qualche modo venga aumentata la stessa tassa o gli arrivino altri soldi da altre strade.
Vediamo i trucchetti.
Una premessa. Secondo Stanislao Argenti gli "abbonati", dopo il rinnovo che e' scaduto a fine gennaio di quest'anno, sarebbero 16 milioni e 300 mila e gli evasori 5 milioni. Il punto di partenza e' che ogni famiglia, per il fatto stesso di esistere, avrebbe un televisore, ed essendo le famiglie (ultimi dati Istat) 22.100.000, se ne deduce che per la Rai ci sarebbero 800 mila famiglie che non posseggono un televisore (16.300.000 + 5.000.000 = 21.300.000; 22.100.000 - 21.300.000 = 800.000). Come facciano a dire che sono 5 milioni le famiglie che evadono e 800 mila quelle che non posseggono un televisore, rimane un mistero del metodo statistico di indagine dei cervelli di viale Mazzini (metodo che noi crediamo possa essere identificato con il detto "a naso", e con questo metodo si degnano di riferire ad una delle massime istituzioni della nostra Repubblica... siamo estremisti se crediamo che la Rai, oltre a sputare nel piatto in cui mangia, sia anche irrispettosa delle nostre istituzioni?). Inoltre, per rincarare la dose di mancanza di rispetto, sempre Argenti ha detto che le famiglie che evadono sarebbero il 10% al 31 gennaio 2005, ma che durante l'anno si riducono, grazie all'opera dei loro ispettori, al 4%: se la matematica non e' un'opinione, il 10% di 22.100.000 sarebbero 2.100.000 mentre il 4% sarebbe 884 mila; per cui, con quale calcolo si afferma che le famiglie che evadono sarebbero 5 milioni?
Continuiamo. Il direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo, in un'intervista dello scorso febbraio al settimanale Economy, parlo' di un ammanco, per l'evasione fiscale del canone/tassa durante il 2004 di 3-400 milioni a fronte di un 20% di evasori. A parte la capacita' di Cattaneo di meglio trattare le percentuali che non Argenti (che ha sostenuto come i 5 milioni di evasori fossero il 10% delle famiglie...), come si passa da 3-400 a 500 milioni di euro, visto che l'importo della tassa non e' aumentato? Mistero, o cifre gonfiate ad arte per il solito tentativo di impietosimento/mistificazione per ottenere piu' soldi?
Per concludere. Vediamo un po' di raffronti col passato, sempre coi loro numeri. Nel 2003 (dati Rai, agosto 2003) gli evasori erano il 10% (quasi due milioni), nel 2004 (dati Rai-Cattaneo) il 20% (4.420.000) e nel 2005 5 milioni, che non si sa se per la Rai siano il 20 o il 10%, ma che per la matematica sarebbero il 22,65% di tutte le famiglie.
Questa e' la Rai per cui noi paghiamo una tassa, senza la quale siamo evasori per qualunque nostra attivita' che abbia a che fare con la visione di trasmissioni televisive.
Per chi volesse dare un contributo a cercare di cambiare, puo' firmare la petizione contro il canone a questo indirizzo: www.aduc.it/rai
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS