testata ADUC
Privatizzare la Rai. I vuoti di memoria del direttore generale
Scarica e stampa il PDF
11 novembre 2023 16:16
 

Il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi, in un evento pubblico ha detto di non capire cosa possa significare la privatizzazione della Rai, ed ha citato i colossi statali francese e britannico come esempio di radio e tv di Stato che non si sognerebbero mai una privatizzazione.

Proviamo a spiegare al nostro direttore cosa significhi privatizzazione e quanto sia inadeguato il parallelo con Francia e Regno Unito.

il servizio di Stato di questi due Paesi, per esempio (ne facciamo solo uno e recentissimo), non hanno giornalisti storici e consolidati di punta (Bruno Vespa nel nostro caso) che parlando di Spagna e Regno Unito, li cita come repubbliche. Sicuramente una gaffe, ma la citazione è nel contesto di una notarella in cui questo giornalista si è profuso per avvalorare (non presentare) due iniziative del governo (la riforma costituzionale del premierato e l’invio di immigrati in Albania). Lo stesso giornalista che, quando in tutto il mondo è circolata la notizia (fonte Hamas) che gli israeliani avevano bombardato un ospedale uccidendo 500 persone, l’aveva data in pompa magna e dopo che è risultata falsa non si è scusato come, per esempio, ha fatto il New York Times, e non solo. 

Non ce l’abbiamo in particolare contro Bruno Vespa, ma con la Rai che arruola molti “BrunoVespa”. A differenza di Francia e Regno Unito, questi “BrunoVespa” sono tutti proni al potere e non all’informazione indipendente.

Insomma, la Rai spesso non è indipendente, cioè non è un servizio di Stato ma è un servizio di governo. Differenza notevole.

Il canone della tv di Stato è più alto in Francia e in Regno Unito che non in Italia. Ma come lo Stato finanzia e preleva i soldi ai contribuenti, è noto in Francia e Uk, mentre in Italia ci prendono per i fondelli a scopo di propaganda elettorale (soprattutto il vice-premier Matteo Salvini). Il governo ha ridotto il canone da 90 a 70 euro l’anno, ma mentre prima pagavano solo i possessori di tv, oggi i 20 euro di differenza li pagano tutti i contribuenti. Questo perché al calo del canone non è corrisposto un calo di contributo dello Stato al servizio pubblico.

Poi, è bene ricordare che in Italia, a differenza di Francia e Uk) si è tenuto un referendum (1995) che ha chiesto che il servizio pubblico fosse privatizzato. Stato e governi hanno sempre ignorato il risultato di questo referendum. 

Infine non è da sottovalutare che la Rai agisce in abuso di posizione dominante sul mercato. E’, per la pubblicità, in concorrenza con altre radio e tv che non percepiscono il canone di Stato come lei.

Ovviamente queste sono alcune motivazioni per credere sia bene privatizzare il servizio pubblico di informazione, sottoponendolo ad una gara d’appalto.

Non crediamo di avere una ricetta perfetta in materia, ma non possiamo non rilevare che questo della riforma (che non sia un riaggiustamento dei pesi dei poteri interni) e/o privatizzazione è un argomento tabù, Trattato in modo disprezzante e sminuito, come ha fatto oggi il direttore Giampaolo Rossi.

Qui il video sul canale YouTube di Aduc

 
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile

DONA ORA
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS