Le “cose” della Rai sono strane. Talvolta. E oggi è accaduto con il suo presidente, Marcello Foa, durante un panel nel corso del Prix Italia. E’ questo il bello della Rai: “di tutto e di più” recitava un suo slogan di qualche anno fa. Con un limite inesistente tra realtà e finzione. Con il potere del dire superiore a quello dell’essere. La vergogna è cancellata? No, non c’entra. Si manifesta un fenomeno tra la fiction e la chimica soggettiva che induce il nostro presidente ad autoconvincersi che quanto dice sia realtà: una sorta di daltonismo, in cui l’individuo percepisce (convinto) un’alterata visione e percezione della realtà. Ecco cosa ha detto il nostro presidente (Ansa): "Rendere il servizio pubblico flessibile e dinamico è imprescindibile. Il servizio pubblico è forte se è davvero indipendente da ingerenze politiche. E' facile dirlo in questo contesto, ma è molto difficile dirlo quando si è sul ponte di comando". Foa faceva riferimento alla discussione in corso in Parlamento sulla riforma della governance della tv pubblica. "Queste questioni riguardano tutti i servizi pubblici. Se riusciremo ad essere professionali ed indipendenti, il cambiamento potrà avvenire, ma se i partiti avranno altre mire, legittime dal loro punto vista, questo sarà di intralcio. Mi auguro che la Rai sia messa in condizioni di essere aderente al proprio mandato e al criterio di indipendenza".
Chissà chi lo ha nominato in Rai e chissà chi comanda ovunque, ben suddiviso rispetto alla presenza in Parlamento, in ogni canale e in ogni trasmissione. Cose di Rai!