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 ITALIA - ITALIA - Call center. Assocontact: anche la Rai indice gare al massimo ribasso
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Notizia 
20 agosto 2010 10:39
 
 "Una situazione non piu' accettabile e, se continua cosi', rischiamo di farci tutti del male, perche' si mettono a rischio 15-16.000 posti di lavoro". Umberto Costamagna del direttivo di Assocontact (associazione nazionale dei contact center in outsourcing) lancia con LABITALIA l'allarme sul settore dei call center, dove lavorano complessivamente 80.000 persone, messi in seria difficolta' dal diffondersi di gare a ribasso che fissano prezzi abbondantemente al di sotto di quanto stabilito dai contratti. "L'ultimo clamoroso caso -spiega l'imprenditore ligure che con la sua soceta' 'Call&Call' da' lavoro a 2.800 persone e ha sedi in tutta Italia- e' quello della Rai che ha indetto una gara per i servizi di call center rivolti agli abbonati, fissando un prezzo di 10 euro l'ora, quando solo un operatore assunto al terzo livello con il contratto delle Telecomunicazioni all'impresa costa 15-16 euro l'ora".
"E' evidente -chiarisce Costamagna- che tutto il faticoso lavoro che le imprese di contact center hanno fatto in questi anni, dopo la circolare Damiano sulle attivita' out bound e in bound, e che ha portato alla stabilizzazione di circa 26.000 persone, rischia di essere vanificato".
L'imprenditore annuncia anche che "Assocontact uscira' a settembre con una nota ufficiale su questa questione". "Nel frattempo -aggiunge Costamagna- le imprese sono invitate a non partecipare a gare come quella indetta dalla Rai con un pesante ribasso".
Costamagna ci tiene a ripercorre la storia cha ha portato alla situazione attuale. "La circolare emanata da Cesare Damiano, quando era ministro del Lavoro, sui criteri di assunzione del personale nei call center (era prevista la stabilizzazione per chi operava in modalita' 'in bound' ossia chi rispondeva al telefono ndr), ha segnato l'inizio della lotta al precariato. Noi come imprese abbiamo seguito quella strada e aderito all'invito, in un settore che era cresciuto in fretta e anche un po' caoticamente, assumendo le persone e cercando di mediare tra le esigenze nostre e quelle dei lavoratori e iniziando cosi' un cammino che pero' ora si e' interrotto".
Infatti, dice Costamagna "nel tempo le maglie di questa rete che abbiamo costruito si sono allargate e sono cominciate le gare che non tengono conto, nei fatti, di quanto dice la circolare Damiano, e il faticoso lavoro della imprese che hanno trasformato i contratti a progetto in tempo indeterminato rischia di essere annullato".
Costamagna ricorda che lui stesso, con 'Call&Call' ha stabilizzato 280 persone a Locri, 850 a La Spezia e 500 a Pistoia, rilevando (unico italiano a farlo) un pezzo della Phonemedia e dando lavoro agli ex dipendenti.
Sulla vicenda delle gare, Assocontact si e' gia' mossa almeno da 1 anno e, insieme ai sindacati, ha chiesto e ottenuto l'apertura di un tavolo presso il ministero dello Sviluppo Economico. "Abbiamo fatto 5 riunioni -spiega l'imprenditore- e abbiamo anche presnetato delle proposte concrete per il settore".
"I primi interventi da fare -ricorda Costamagna- riguardano la fiscalita', a partire dall'Irap che e' una imposta che colpisce il lavoro. Occore invece una fiscalita' che tenga conto delle caratteristiche di questo settore che ha un alto tasso di personale.
Poi occorrono interventi di controllo sulle gare -aggiunge l'esponente di Assocontact- le quali non possono prescindere dai parametri contrattuali e dai costi reali del lavoro".
"I nostri lavoratori vanno pagati per la qualita' del servizio che assicurano -ribadisce l'imprenditore- un servizio evoluto presuppone infatti operatori qualificati e preparati. E' bene ricordare che il call center gestisce, sia nel caso dell'impresa privata che nel caso dell'impresa pubblica, l'asset piu' imporatnte di un'azienda che e' quello dei rapporti con i clienti". E fuggire all'estero in questo caso non serve: "La qualita' non si trova in Romania o in Albania, e' qui, da noi in Italia e per questo -conclude Costamagna- va pagata il giusto".
 
 
 
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