'La Rai ha manifestato una scarsa propensione a realizzare margini di reddito? E' una considerazione realistica, ma tutto sommato positiva: oggi l'azienda ha una raccolta pubblicitaria inferiore rispetto a otto anni fa e quindi e' un grande risultato il non aver perso reddito, mantenendo i conti in equilibrio'. E' il commento del direttore generale di Viale Mazzini, Claudio Cappon, alle osservazioni della Corte dei Conti sulla gestione economica della societa' tra il 2002 e il 2007.
Quanto alla 'trasparenza' della contabilita' separata, Cappon - interpellato a margine di un convegno nella sede dell'Enel a Roma su cooperazione e competizione nei media - ha ribadito che 'viene effettuata secondo uno schema definito dall'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni e certificata da una societa' approvata dalla stessa Agcom. Piu' trasparenti di cosi' non possiamo essere'.
Altra criticita' messa in evidenza dalla Corte dei Conti e' l'aumento progressivo del costo dei servizi esterni: 'Se l'aggregato comprende anche i diritti sportivi - ha rilevato il dg - e' evidente che l'inflazione e' legata all'andamento del mercato internazionale. E comunque nell'ultimo anno abbiamo dimezzato i costi dei grandi eventi sportivi, risparmiando 60 milioni, una cifra che vale il budget di una rete'.
'Non dimentichiamo, poi - ha aggiunto Cappon - che la Rai e' obbligata per legge a far lavorare i produttori esterni: pensiamo, per esempio, alla crescita della fiction, che non poteva certo essere realizzata esclusivamente con risorse interne. In ogni caso, dal piano industriale risulta che la Rai e' la tv pubblica con la quota di produzione interna piu' alta d'Europa, superiore anche a quella della mitica Bbc. Il problema centrale resta la qualita': l'importante - ha concluso - e' conservare all'interno dell'azienda il cervello, il software, ed eventualmente esternalizzare le braccia, l'hardware'.