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 ITALIA - ITALIA - Decreto intercettazioni. Garante privacy: giustificato allarme su libertà di stampa, anche se ...
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Notizia 
30 giugno 2010 12:23
 
 "Si puo' giustificare che da molte parti si affermi che si pone in pericolo la liberta' di stampa". E' quanto afferma il presidente dell'Autorita' Garante per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti (foto), illustrando nella Sala della Lupa a Palazzo Montecitorio la Relazione sull'attivita' del 2009. Con riferimento diretto al disegno di legge in discussione in Parlamento sulle intercettazioni, il Garante per la Privacy osserva che "si sposta oggettivamente il punto di equilibrio tra liberta' di stampa e tutela alla riservatezza, tutto a favore della riservatezza". Parole importanti, perché i fautori del decreto che porrebbe limiti importanti alla divulgazione dei contenuti delle intercettazioni giudiziarie, pongono proprio la tutela della riservatezza come fine del provvedimento
Anche se subito dopo aggiunge che l'allarme sulla liberta' di stampa in pericolo "presenta qualche eccesso giacche' -spiega Pizzetti- in ogni caso la scelta compiuta non incide su qualunque altro ambito di esercizio della liberta' di stampa e, anche rispetto alle attivita' giudiziarie, riguarda solo la pubblicazione dei testi delle intercettazioni, essendo gli altri aspetti, contenuti negli altri provvedimenti, conoscibili per riassunto".
Quanto alle sanzioni previste per gli editori dal ddl sulle intercettazioni, il Garante della Privacy sottolinea che "esse comportano necessariamente un loro maggiore intervento rispetto alla pubblicazione delle notizie" e in tal senso "la scelta compiuta da questo disegno di legge costituisce una discontinuita' significativa" visto che "la legge sulla stampa approvata in attuazione della Costituzione ha consapevolmente distinto la responsabilita' e il ruolo dell'editore da quello del direttore, mettendo i direttori al riparo da ogni condizionamento diretto da parte dell'editore, anche in ragione del fatto che questi nel nostro paese ben raramente sono editori puri".
Ecco allora che "il risultato complessivo delle scelte fatte nel testo ora in discussione in Parlamento -osserva Pizzetti- e' quello di aver dato al Paese una sorta di regime della liberta' di stampa a due velocita', specialmente nel rapporto con il rispetto della riservatezza". Infatti, "nel limitato ambito del ddl, ogni violazione da parte della stampa relativa alle intercettazioni e' sanzionata penalmente e la responsabilita' e' condivisa con l'editore" mentre "per tutto il restante ambito nel quale si dispiega la liberta' di informazione e sui ripropone il delicato equilibrio fra il diritto a informare e ad essere informati e la tutela della riservatezza, tutto resta come prima".
Per il Garante della Privacy, "sarebbe stato piu' opportuno rinunciare alla creazione di questa sorta di doppio regime e continuare ad affidare tutto alla nostra Authority e ai giudici, eventualmente prevedendo che il Garante prima di decidere senta i rappresentanti dei giornalisti e degli editori".
 In ogni caso, il Garante della Privacy si dice "consapevole che gli eccessi compiuti in questi anni dai giornalisti, attraverso la pubblicazione per intere pagine di intercettazioni, sempre riferite alla politica o agli ambienti dello sport e dello spettacolo e quasi mai ai fatti di criminalita' comune e organizzata che ingenerano grande allarme sociale, giustifica in parte il sospetto che spesso si abbiano a cuore piu' gli indici di vendita, gli share negli ascolti tv e la concorrenza fra le testate che non l'oggettivo interesse dell'opinione pubblica".
Di qui, "il manifestarsi di reazioni legislative che hanno condotto a scelte tanto impegnative quando oggettivamente discutibili", stigmatizza il presidente dell'Autorita' Garante per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti.
Dal Garante arriva un'ultima annotazione. "Troppo spesso si sente ripetere che il giornalista ha il dovere di pubblicare ogni informazione di cui venga a conoscenza: si tratta di un'affermazione in contrasto con il corretto rapporto tra la liberta' di stampa e la tutela delle persone, almeno quanto contrasta la posizione opposta, secondo la quale il legislatore ha il diritto di escludere a priori, per una sorta di tutela anticipata della riservatezza, la pubblicabilita' di qualunque notizia. Due letture -conclude il Garante per la Privacy- entrambe unilaterali".
 
 
 
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