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 ITALIA - ITALIA - Piano banda larga in fibra: il punto... e gli 'incagli'
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Notizia 
18 agosto 2010 11:00
 
 Lo sprint finale per l'accordo sulla nuove rete a banda ultra larga in fibra dovrebbe arrivare a settembre, almeno stando all'auspicio espresso dal viceministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Esiste un piano di massima sulla condivisione delle infrastrutture passive, vale a dire sulla condivisione degli investimenti per i lavori di scavo, i cavidotti e la posa della fibra spenta nelle aree meno remunerative, quelle cosiddette grigie o bianche, per le quali gli operatori sono pronti ognuno a fare la propria parte. Ma il punto critico, costato vari slittamenti al tavolo messo in piedi dallo stesso Romani, è rappresentato dalle 13 maggiori città italiane per le quali Telecom, l'operatore principale, non è disposto ad alcuna condivisione con i concorrenti, Vodafone, Wind, Fastweb, Tiscali e Bt Italia.
Ed è proprio su questo che la trattativa rischia di arenarsi e di sicuro sarà tutta in salita. Per le 13 piú importanti città italiane in cui la richiesta di connessione ad altissima velocità è maggiore Telecom ha un suo piano di sviluppo con 9,7 miliardi di investimenti al 2012 e su questo vuole andare da sola. Anche gli operatori alternativi hanno un loro piano: 2,5 miliardi di euro per cablare 15 città in 5 anni. Ma chiedono regole certe al governo e all'Autorità, in particolare un'operazione di migrazione forzata dal rame alla fibra sul modello switch off avvenuto per il digitale terrestre. Del resto poi a complicare la partita si sono aggiunte le voci di un possibile interesse per l'italiana Wind e l'intera galassia che fa capo a Weather da parte dei russi di VimpelCom, operazione che potrebbe far rallentare il tutto.
Dal canto suo Telecom punta entro il 2018 a fornire banda ultralarga al 50% della popolazione, con 138 città cablate a una velocità da 100 megabit fino a un gigabit. Come illustrato dall'amministratore delegato, Franco Bernabè, il piano prevede una prima fase con il cablaggio di 4 città già entro quest'anno, che diventeranno nove nel 2011 e tredici nel 2012.
Successivamente ci sarà la copertura di altre 51 città entro il 2015. Il piano sarà infine completato con altre 74 città entro il 2018, per un totale di 138 centri abitati.
Il fatto è che sulle 13 maggiori città italiane come illustrato dallo stesso Romani, c'è distonia. Su queste città c'è una concorrenza tale per cui Telecom non ritiene di dover mettere a fattor comune un progetto. L'obiettivo del governo è quello di arrivare a un progetto unico, magari senza quelle sovrapposizioni geografiche su cui ha richiamato l'attenzione il presidente dell'Autorità per le Comunicazioni, Corrado Calabró che sulla nuova rete in fibra si è lamentato del fatto che ci sono piú idee che progetti concreti richiamando l'attenzione su un piano condiviso di Fiber nation.
Al momento di molto concreto c'è il piano per lo sviluppo della rete di nuova generazione in Trentino, che potrebbe anche diventare un modello di sviluppo per altre regioni. Si tratta di un piano regionale: Telecom ha stretto un accordo con la Provincia autonoma di Trento per la realizzazione della banda larga di seconda generazione entro il 2013 e della rete di nuova generazione Ngn (New generation network) in fibra ottica che raggiungerà il cento per cento degli abitanti del Trentino entro il 2016. La società guidata da Bernabè è in trattativa per uno sviluppo analogo con Lombardia, Basilicata e Sardegna.
 
 
 
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