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 ITALIA - ITALIA - Pubblicità online: cresce anche a marzo; il nodo delle rilevazioni attendibili
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Notizia 
22 aprile 2010 12:16
 
Cresce anche a marzo la pubblicita' su internet che nel primo trimestre dell'anno segna un +3% rispetto allo stesso trimestre dell'anno passato. Il dato giunge dall'Osservatorio Fcp-Assointernet, cioe' la Federazione delle concessionarie di pubblicita' che operano per la vendita di spazi online. Con la crescente importanza, anche in termini di raccolta pubblicitaria, che la rete riveste rispetto ai media tradizionali, e' sempre piu' avvertita la necessita' di rilevazioni che si rifacciano a precisi criteri di omogeneita' e possano essere riconosciute come valida base di partenza da tutti i protagonisti del settore. E' un terreno fin qui poco conosciuto, riservato agli 'addetti ai lavori', ma che sembra destinato ad assumere una rilevanza crescente.
Ne e' consapevole chi, come il deputato Beppe Giulietti (eletto nell'Italia dei valori, oggi iscritto al Gruppo misto), mette in guardia contro 'sistemi troppo chiusi' come quelli configurati da sistemi di rilevazione quali l'Auditel su cui l'Autorita' per le comunicazioni e' intervenuta in favore dell'apertura della governance a soggetti nuovi entranti. 'Si tende a sottovalutare troppo la modalita' dei sistemi di rilevazione - spiega all'Adnkronos - in tutti i campi, tv radio e ora anche sulla rete: questo e' un grave errore in un paese segnato dal conflitto di interessi, dall'invadenza dei soliti noti e dai gruppi chiusi'.
A giudizio di Giulietti, l'Italia 'e' un paese che nel settore della comunicazione ha troppo spesso rinunciato alla terzieta', ovvero all'interesse pubblico nelle modalita' dei sistemi i cui dati hanno un forte impatto anche di tipo economico e possono decretare la vita o la morte di un'impresa. Non si sospetta di nessuno, ma mai come in questi casi ci vogliono sistemi trasparenti. Sarebbe quindi auspicabile che le autorita' di garanzia illuminassero a giorno questi temi, che ci fosse un monitoraggio permanente in modo da tale da garantire sia la liberta' dei mercati che il sottoporre ai cittadini dati sempre corretti e veritieri. Non vorrei che nella rete accadesse come nel settore tv dove si e' fatto per anni finta di non sapere che 'alcuni sono piu' uguali degli altri''. Allo scopo di raccogliere e distribuire dati di carattere quantitativo e qualitativo sugli utenti dei siti internet e' nata Audiweb, partecipata al 50% da Fedoweb (Federazione degli operatori web). Il rimanente 50% del capitale sociale di Audiweb e' diviso in quote uguale tra Upa (Utenti Pubblicita' Associati), che rappresenta le aziende nazionali e multinazionali che investono in pubblicita' e Assap Servizi, l'azienda servizi di AssoComunicazione, associazione delle agenzie e centri media operanti in Italia. Fedoweb annovera tra i suoi associati numerosi attori del mercato quali Banzai, Class Editore, Dada, Fastweb, Kataweb (gruppo L'Espresso), Il Messaggero, Il Sole 24 Ore, Libero (Wind), Mediaset, Microsoft, Rainet (gruppo Rai), e Matrix/Virgilio (gruppo Telecom Italia).
Secondo il deputato Pdl Antonio Palmieri, esperto di comunicazione ed internet, la misurazione delle platee online e' molto piu' complicata di quelle televisive 'per la vastita' della diffusione della rete e per la enorme varieta' di proposte. La rilevazione sul web e' un oggetto complesso tanto che ci si affida - spiega - anche a strumenti di rilevazione un po' empirici per un verso e necessariamente incompleti'. A giudizio del deputato, componente della commissione Cultura, quindi, 'l'accordo tra operatori del settore e mondo della pubblicita' che ha consentito di arrivare ad Auditel e' difficilmente proponibileonline. Serve un esame approfondito da parte di tutti gli operatori del settore, una riflessione innovativa: siamo di fronte ad una realta' nuova con la quale occorre misurarsi con umilta'.
La politica in questo momento non puo' rivestire un ruolo a parte quello di 'accompagnare lo sviluppo e la diffusione di internet in Italia, cosa che il governo sta facendo anche con i recenti incentivi per la banda larga. Ma non puo' sostituirsi agli operatori del mercato e al fatto che loro trovino una via il piu' possibile allargata', conclude Palmieri.
 
 
 
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