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 ITALIA - ITALIA - Rai e Qualitel. Il critico Aldo Grasso: per garantire' qualita' basta mandare a casa Del Noce, Marano e Ruffini
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22 ottobre 2008 0:00
 
Qualitel o non Qualitel. In Viale Mazzini e dintorni, questo e' il dilemma. Mentre la creatura dell'ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentioni dopo una lunga gestazione si appresta a venire alla luce (marzo 2009), cresce il dibattito sull'opportunita' di spendere tre o quattro milioni di euro all'anno per questo nuovo strumento che ogni mattina dira' agli italiani quali sono i programmi di qualita' e quali quelli spazzatura. Il Qualitel piace a Pippo Baudo e a Renzo Arbore; Antonio Ricci lo considera "un'inutile baracconata"; Antonio Marano pensa che il vero Qualitel sia "il telecomando"; e Maria De Filippi, infine, sospetta che sara' un alibi per i flop. Il vicedirettore generale della Rai, Giancarlo Leone, e' infine tra i piu' scettici. "Un'operazione costosa, piu' d'immagine che di sostanza". Un grosso contributo alla fazione dei detrattori (rispondendo a Giuseppe Sangiorgi che considera il Qualitel un investimento e non un costo, e uno strumento di orientamento editoriale per fare meglio) lo ha dato stamane Aldo Grasso sul "Corriere della Sera": "Se i direttori delle reti Rai fossero scelti non in base alla loro appartenenza politica ma secondo criteri di professionalita' - ha sentenziato il critico tv - il problema della qualita' sarebbe risolto. Quanto agli inserzionisti pubblicitari, a loro l'Auditel basta e avanza". Altro che quattro milioni, secondo Grasso per la qualita' Rai basta mandare a casa Del Noce, Marano e Ruffini. A Gentiloni, poi, ci hanno gia' pensato le urne.
(IlVelino)

 
 
 
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