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 ITALIA - ITALIA - Rai-Sky. La versione di Masi: il direttore generale giustifica la rottura
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7 agosto 2009 0:00
 
In un documento riservato consegnato questa mattina ai sindacati dei lavoratori Rai, il direttore generale della Rai, Mauro Masi, mette un punto fermo sulle polemiche provocate dal mancato accordo tra Rai e Sky sulla permanenza delle reti RaiSat sulla piattaforma del network satellitare di Murdoch. Nei giorni scorsi la trattativa si era interrotta e cio' aveva dato luogo ad un'accesa riunione del CdA Rai, in cui alla posizione del direttore generale Masi si contrapponeva quella dei consiglieri in quota centrosinistra. La vicenda e' stata trattata di recente anche in Commissione parlamentare di Vigilanza e il presidente della Commissione, Sergio Zavoli, martedi' scorso e' intervenuto con un comunicato in cui chiedeva ai vertici dell'azienda di riaprire la trattativa con Sky.
Nel documento consegnato ai sindacati Masi spiega perche' ha rifiutato l'offerta di Sky per i canali RaiSat: "Se avessimo accettato le condizioni di Sky avremmo 'svenduto', anzi 'regalato', a Sky tutta l'offerta della Rai in aggiunta ai canali di RaiSat. Sarebbe stato, quello si', un atto contrario agli interessi ed alla tutela del servizio pubblico e non come alcuni sostengono, un 'favore' a Mediaset o al Presidente del Consiglio". La "necessaria valorizzazione" della presenza dei canali Rai, "con una proposta congrua al 'peso' dei canali stessi", e' stata "rifiutata da Sky". "Le alternative - sostiene Masi nel documento - erano due: mantenere il perimetro dell'offerta sulla base del contratto in vigore - cioe' regolare contrattualmente i canali di RaiSat come e' sempre avvenuto - oppure valorizzare economicamente e congruamente tutti gli altri canali richiesti da Sky: non hanno accettato ne' la prima ne' la seconda condizione. Se avessimo accettato le loro pretese - sottolinea il direttore generale nel documento - la Rai avrebbe fornito gratuitamente alla piattaforma satellitare a pagamento la 'chiave' per accedere a tutta la nostra offerta ed utilizzarla come traino per le proprie attivita' commerciali connesse alla ricerca di nuovi abbonati. Proprio nel momento in cui, con le fasi di switch over e di switch off per la transizione al digitare terrestre, il pubblico televisivo diventa piu' 'contendibile'".
Ma "la negoziazione tra Rai-RaiSat e Sky, durata tre mesi, da meta' aprile a fine luglio, non ha consentito di rimuovere l'ostacolo posto da Sky per il buon esito della trattativa, ovvero inserire nel contratto non soltanto i canali RaiSat ma anche tutti i canali in chiaro della Rai attuali e futuri". Sky si e' "impuntata", ha spiegato Masi, "nel volere anche Raiuno, Raidue, Raitre, Rai4, Rai News24, Rai Sport+, RaiStoria, RaiGulp e tutti i nuovi canali free che sarebbero stati messi in cantiere nei prossimi sette anni". L'utilizzo "gratuito" di tutti questi canali avrebbe significato per Sky "una situazione di privilegio con un effetto traino per la propria piattaforma pay. Buona parte dell'utilizzo della piattaforma Sky e' finalizzato alla fruizione delle reti generaliste Rai, senza le quali la piattaforma perderebbe la sua attrattiva quale universo digitale completo e unico". "E' stato giusto ed indispensabile", rivendica Masi, porsi il problema di una "congrua valorizzazione" dei canali Rai "o della prosecuzione o meno di questo rapporto. La necessaria valorizzazione della presenza dei propri canali generalisti, tematici e semitematici sulla piattaforma commerciale con una proposta congrua al 'peso' dei canali stessi, cosi' come avevo riferito in CDA prima ancora di avere mandato a trattare, e' stata pero' rifiutata da Sky".
Se la Rai avesse "ceduto" all'offerta di Sky, secondo il dg, "l'effetto di tutto questo si sarebbe tradotto nel medio lungo periodo con un danno di proporzioni ben piu' vaste del mancato margine di RaiSat sul contratto con Sky". E "comunque la porta, per quanto stretta, del negoziato e' stata chiusa da Sky. Mentre infatti il Direttore generale informava Sky - una volta preso atto della loro richiesta perentoria di avere tutti i canali in chiaro - che sarebbe stata avanzata una proposta economica che valorizzasse l'insieme dei canali in chiaro, Sky ha inviato due note nelle quali ha sostenuto che tutti i canali Rai in chiaro sarebbero dovuti essere messi a loro disposizione a titolo gratuito e non oneroso", appellandosi all'art. 26 del contratto di servizio che prevede la cessione gratuita dei canali Rai a tutte le piattaforme tecnologiche. Ma i "beneficiari della cessione gratuita della programmazione sulle diverse piattaforme", spiega Masi, sono "solo ed esclusivamente gli utenti finali, sui quali non devono gravare costi aggiuntivi". Viceversa, "l'interpretazione fornita da Sky attribuirebbe ad essa un vantaggio competitivo ingiustificato in quanto finirebbe per farla beneficiare gratuitamente non soltanto delle risorse pubbliche che sono state impiegate per la realizzazione dei programmi generalisti della Rai bensi' anche delle risorse commerciali acquisite sul mercato ed utilizzate per lo stesso fine e, pertanto, sempre per sostenere i costi del servizio pubblico secondo il sistema vigente del doppio finanziamento".
"Tale vantaggio competitivo - sottolinea Masi - sarebbe del tutto ingiustificato e si porrebbe in frontale contrasto con le norme ed i principi comunitari e nazionali in tema di parita' di condizioni concorrenziali, oltre a confliggere con la logica di impresa che impone alla Rai di valorizzare i suoi asset e in particolare la propria programmazione". In conclusione, "ll danno che sarebbe emerso per Rai in caso di firma dell'accordo alle condizioni Sky sarebbe stato ingente.
I 50 milioni l'anno offerti da Sky per i canali di RaiSat e per tutti i canali free della Rai significano intanto un margine, un utile netto, di meno di 20 milioni di euro l'anno a livello di Ebit consolidato. Quindi e' giusto ridimensionare i termini della questione", conclude Masi, che nel documento tiene a precisare anche che per la Rai "Mediaset era e resta un competitor Rai. Lo era nell'ambiente analogico e lo e' tuttora nell'ambiente digitale. E' che nel frattempo i competitori sono diventati almeno due: Mediaset e Sky".
 
 
 
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