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 ITALIA - ITALIA - Web tv e radio: l'Agcom ha approvato un bavaglio? Accuse e smentite
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Notizia 
15 novembre 2010 12:19
 
 'D'ora in avanti chi vorra' aprire una radio web dovra' fare una dichiarazione di inizio attivita' e pagare un costo di autorizzazione pari a 750 euro, che diventano 1.500 per le web tv lineari, quelle cioe' con palinsesto. E' l'effetto di un provvedimento approvato dall'Agcom (Autorita' garante delle comunicazioni), che deve trasformare in regolamento attuativo il decreto Romani sui servizi media audiovisivi'.
A denunciarlo e' il leader dell'IdV Antonio Di Pietro nel suo blog, ma l'Agcom smentisce. 'Il Consiglio dell'AgCom non ha ancora assunto alcuna decisione in merito'. Il componente dell'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni Michele Lauria commenta cosi' la denuncia apparsa sul blog di Di Pietro secondo la quale sarebbero pronti a scattare degli aumenti considerevoli per le webTv e le web-radio (fino a 750 o 1500 euro). 'Siamo ancora in una fase istruttoria - aggiunge Lauria - e in questa fase circolano varie ipotesi. Ma solo quando saremo nella fase della deliberazione assumeremo delle decisioni e queste saranno senz'altro eque e non penalizzanti per gli operatori del settore. L'orientamento dell'Agcom, infatti e' quello di arrivare ad una soluzione equa e non vessatoria che tenga conto degli interessi dei vari operatori. Non ci saranno ne' inasprimenti delle sanzioni, ne' maggiori ostacoli burocratici o aumenti sconsiderati'.
Cosa scrive Di Pietro.  'Diamo un addio alle web radio libere, che potevano trasmettere senza oneri burocratici, spese preventive e richieste d'autorizzazioni e pastoie varie. Nella stessa riunione - prosegue il leader dell'Idv - l'Autorita' doveva stabilire anche una prima bozza di regole per potenziare la lotta alla pirateria (sempre sulla scorta del Romani), ma ha rinviato la discussione'. E meno male, sottolinea Di Pietro, perche' 'il testo su cui l'Agom si stava orientando ipotizzava misure di severita' inaudita per oscurare siti e bloccare il peer to peer, lo scambio di file musicali e video'.
'La bozza di regolamento - racconta il parlamentare - era ancora piu' pesante rispetto a quanto previsto dall'Agcom. Il costo per l'autorizzazione doveva infatti essere di 3mila euro e dopo aver presentato la dichiarazione d'inizio attivita' bisognava aspettare 60 giorni prima di iniziare a trasmettere, mentre la decisione di ieri consente di cominciare a trasmettere appena presentata la dichiarazione. La decisione sulle web tv con video on demand, che sono la maggioranza fra le migliaia di web tv italiane, e' stata rinviata a lunedi', e vedremo se anche qui gli oneri saranno inferiori'.
'Queste regole, anche se alleggerite - afferma Di Pietro - segnano una svolta negativa. Finora tutti questi servizi potevano trasmettere in totale liberta', senza dover pagare un euro, senza dover affrontare le mille regole e regolette burocratiche che finiscono spesso per scoraggiare ogni iniziativa. Poi si sa come vanno le cose in questi casi.
L'importante e' fare il primo passo, invertire la rotta. Il resto viene da se' a valanga. Insomma il regime, nel momento della sua caduta, sta tentando di imbrigliare l'unico mezzo di informazione che non riesce a controllare: il web'.
'Lunedi' l'Agcom riaprira' la discussione anche sulle regole antipirateria - conclude - c'e' gia' un testo che, se verra' approvato, sara' poi sottoposto a consultazione pubblica. Per fortuna c'e' stato questo rinvio, cosi' l'Autorita' avra' un po' di tempo per pensarci meglio e noi potremmo organizzare una mobilitazione forte'. Queste regole che 'sono piu' dure che in tutto il resto d'Europa', propongono di imporre 'l'oscuramento dei siti collegabili anche indirettamente alle attivita' di pirateria e di bloccare direttamente il traffico peer to peer, lo scambio libero e gratuito di files, tra gli utenti. E tutto questo basandosi solo su una segnalazione delle forze dell'ordine o dei detentori del diritto d'autore'.
 
 
 
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