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Recensioni cinema-fiction. Constellation
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Articolo di Marco Solferini
8 aprile 2024 10:59
 
 Un'altra serie Tv prodotta da Apple Plus di alto profilo. Ancora da inserirsi nel filone hard science che Apple Plus sta percorrendo con titoli importanti, fra i quali meritano di essere ricordati il piccolo capolavoro "Scissione" e la serie cult "Il premio del destino".

Con Constellation il target di focalizza ancora di più. Al centro della narrazione c'è una missione nello spazio, nella stazione spaziale internazionale ad opera di un pool di astronauti fra cui spicca la protagonista interpretata dal Noomi Rapace (attrice già molto famosa e apprezzata dal pubblico fin dalla sua interpretazione di Lisbeth Salander nell'adattamento cinematografico della trilogia di romanzi Millennium scritti da S. Larsson).

E' una missione di routine ma gravata da un esperimento fortemente voluto da un veterano dell'ESA, ex. comandante a sua volta di una missione spaziale sul cui esito discutono sui media dedicati, in modo polemico, alcuni presunti esperti che non concordano con la ricostruzione dei fatti.

Per l'esperimento da condurre si tratta di attivare o se vogliamo di far funzionare nello spazio un prototipo per verificare la teoria della sovrapposizione quantistica e cioè la possibilità che in estrema sintesi una cosa esista in due posti nello stesso tempo.

Teoria fortemente legata alle recenti scoperte sulle c.d. dimensioni parallele. Dimensioni cioè contemporanee alla nostra in un numero indefinibile nella quale esistono degli altri "noi" con storie e circostanze simili quantunque non identiche.

Qualcosa però non va per il verso giusto. Un oggetto non identificato impatta contro la stazione provocando la procedura d'allarme controllato per l'evacuazione. Nello schianto uno degli astronauti perde la vita malgrado il tentativo di soccorrerlo.

L'evacuazione non è facile. E' una scelta disperata che però consente alla protagonista anche di recuperare il prototipo che durante l'evento imprevisto pare aver funzionato.

Al ritorno sulla Terra la vita dell'astronauta si scopre parzialmente diversa. Piccole ma significative divergenze. In Famiglia, nel rapporto con il marito e con la figlia. Nel lavoro. Mentre nella ricostruzione degli eventi occorsi nello spazio non c'è identità di vedute nel momento in cui la protagonista dichiara che l'impatto sia stato provocato niente di meno che dal corpo di un cosmonauta russo appartenente a una passata missione.

Sullo sfondo si delinea un profilo sempre più invasivo di segretezza in questa esplorazione dello spazio così nota ma anche verosimilmente così sconosciuta. I cui principali accadimenti sono di pubblico dominio limitatamente a una informazione controllata e autogestita che cerca di mettere costantemente insieme una molteplicità di interessi strategici.

Al centro di quello che evolve in una trama mystery e in parte thriller psicologico le paranoie di cui pare soffrire la protagonista si manifestano in modo molto evidente nel rapporto con la figlia che per prima comprende come quella tornata non è sua madre. Non è la vera madre. Bensì forse qualcuno che proviene da una dimensione parallela.

Uno scambio dovuto al dispositivo?

E cosa è successo nell'altra realtà? Quella da cui proviene e alla quale non fa ritorno? Un'inversione che vuole che l'astronauta morto in questa realtà sia invece quello sopravvissuto al suo posto nell'altra. Ma che rivela anche come le due realtà si intersecano e si toccano grazie a un dispositivo che porta le trame a interfacciarsi e che forse aveva già funzionato in passato. Forse c'è un segreto dietro il beta test compiuto da quanti erano già al corrente di questa possibilità rivoluzionaria?

La serie potrebbe essere suddivisa in tre parti. Una lunga, introduttiva, che definisce le ambientazioni e parla dei personaggi riconoscendo a ciascuno un minutaggio molto ampio per narrare se stesso. Lo scopo è stabilire un parametro che sia una cifra espositiva di quelli che sono i sentimenti promotori dell'azione di ciascun carattere interpretato dagli attori. Come spesso accade nelle serie Tv viene dato molto spazio a una definizione dei contorni delle personalità che determinano poi l'azione in termini di scelte.

Questa prima parte abbraccia circa tre puntate e potrebbe sembrare eccessivamente lunga, come tale dissuadere il telespettatore dal proseguire. Tuttavia è molto funzionale al successivo svolgimento dove le restanti 5 puntate si potrebbero suddividere in 2+3 laddove la narrazione subisce una accelerazione e anche una sterzata verso una trama più thriller dove alcuni personaggi inizialmente molto semplici da inquadrare e anche ripetitivi nel ruolo che gli viene assegnato maturano e rivelano propensioni diverse.

Dal punto di vista delle ambientazioni, scenografie (computer grafica) si ha la sensazione di un ottimo risultato nella post produzione grazie forse al green screen e chroma keying degli effetti visivi, specialmente quando si tratta di "esterni" extra planetari unitamente ad ambienti molto ben organizzati. Belli gli interni, costumi, make up, hair style e più in generale c'è un'attenzione per i dettagli che ancora una volta depone a favore di come Apple plus faccia le cose non solo bene, ma in grande. Sono produzioni dettagliate, meticolose, con uno storytelling creativo e originale. Le sceneggiature sono realizzate in maniera argomentata - espansiva e non rifiutano il confronto con la drammaticità della recitazione più impegnativa.

Tutto questo è molto apprezzabile e lo era già stato in diverse altre serie di Apple plus.

Le ambientazioni spaziali meritano una menzione perché a differenza del passato in cui gli ambienti come la stazione orbitante internazionale si vedevano (poco) e si percepiva quasi unicamente la sensazione che gli astronauti fossero costantemente impegnati in attività da "smanettoni" ultra tech fatte di calcoli inenarrabili sempre appiccicati come francobolli a un qualche macchinario incomprensibile per le menti che non hanno almeno una laurea in fisica, qui siamo di fronte a una visione più realista e immersiva degli ambienti. Lo spettatore ha la sensazione di essere vicino all'azione. L'ho gradito.

Un possibile limite è che la trama risulta molto ambiziosa. Tutte le storie per le serie Tv che traggono elementi dalle teorie scientifiche contemporanee hanno il problema di doverle spiegare. Posto che il sermone tecnologico può risultare indigesto e che non tutti hanno la simpatia del mitico Sheldon Cooper nel parlare di high tech le soluzioni attuali sono relativamente poche, una delle quali è quella di frammentare la teoria scientifica e somministrarla a piccole dosi. Scopriamo cioè strada facendo cosa succede e perché. Questo però sottrae carisma all'immaginazione dello spettatore e corre il rischio di non realizzare veri e propri cliffhanger (o finale sospeso) ma imporre una visione modello "unicum" di 8 puntate. Se da un lato è molto apprezzabile che le puntate standard si siano ridotte da quell'inviolabile numero 10 a più opportune 8 o anche 6 puntate, resta il fatto che le stesse hanno un carico di minuti impegnativo la cui distribuzione sembra ancora legata all'idea delle 10 puntate.

Con questo genere di produzioni della c.d. hard science sarebbero consigliabili soluzioni alternative. Il rischio confusione è alto. In questa serie a un certo punto l'attrice prende per mano la storia, del resto Noomi Rapace è senza dubbio bravissima ma è costretta anche a vedersela con un ruolo insistito del coprotagonista inconsapevole cioè il marito che ricicla troppo le sue emozioni, ivi compreso il fatto che la figlia rappresenta lo svolgimento narrativo per eccellenza un po' troppe volte (quanto è necessario corrergli dietro, nel bosco, tra la neve, nell'armadio, e via dicendo?). Se il marito sembra la negazione plausibile di tutto, la metafora del realismo formato Famiglia è la figlia a traghettarlo verso l'impossibile mentre stabilisce una connessione con l'altra Bambina in quella che è una sottotrama abbastanza scontata.

Un altro limite è la non facile comprensione del comportamento di alcuni personaggi non protagonisti laddove le loro azioni trovano giustificazione solo nel parallelismo di questa realtà contemporanea ma diversa e fintanto che l'archetipo non è chiaro sembrano monodirezionali cioè orientati a prese di posizione unicamente perchèé funzionali alla narrazione. Questo sottrae immersività e rende in parte scontato il rapporto conflittuale nelle sue fasi drammatiche. Qui subentra probabilmente la scelta di come impostare il copione cui usualmente si fa riferimento e perlomeno una volta, in esso c'erano le note a margine per i personaggi affinchè venissero meglio interpretati dagli attori. Per interpretare occorre non solo saper recitare ma anche capire il proprio lavoro.

Il vantaggio è la qualità della pre-produzione Apple a mio avviso veramente alta. Si ha la sensazione di avere alle spalle degli showrunner creativi e preparati. Tuttavia a volte nelle serie Tv la sceneggiatura è "sganciata" rispetto al processo narrativo vero e proprio in quanto usualmente c'è il primo step del c.d. pilot che determina poi la messa in produzione o meno. Nelle narrazioni orizzontali a volte questo senso di distanza o di ripetizione tra una puntata e l'altra può essere determinato da questa impostazione. Hanno provato a ridurlo. Questo ho percepito. Un tentativo in parte riuscito.

Constellation è una bella e coinvolgente serie, ben realizzata, ottimamente recitata che si occupa di una tematica scientifica affascinante importandola in un ambiente mystery e a tratti thriller.
 
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