E’ in corso la raccolta firme per una proposta di legge d’iniziativa popolare che intende estendere le funzioni di avvocato a una serie di adempimenti tradizionalmente notarili, che costituiscono già parte integrante della sua attività.
Questa estensione favorirebbe maggiore competizione per i servizi ai cittadini, con più efficienza e celerità.
Così si legge nella presentazione della proposta: Nell’esercizio della propria professione, l’avvocato svolge oggi funzioni un tempo delegate in via esclusiva ai soli pubblici ufficiali (ufficio di delegati alla vendita, poteri di autentica e di estrazione di copie di documenti informatici, attestazione di conformità degli atti nell’esecuzione forzata) e assume spesso un ruolo terzo e imparziale (nell’arbitrato e nei sistemi di risoluzione alternativa delle controversie in ambito consumeristico e della mediazione obbligatoria e volontari).
L’avvocato è un professionista estremamente competente: deve conseguire titoli e abilitazioni per accedere al patrocinio dinanzi alla Magistrature Superiori, per esercitare le funzioni di mediatore o per iscriversi all’elenco degli avvocati specialisti
Non è anacronistico che all’avvocato venga ancora precluso di attribuire pubblica fede agli atti tra vivi, di autenticare le firme apposte alle scritture, di ricevere atti di notorietà in materia civile e commerciale ovvero dichiarazioni di rinuncia dell’eredità?
Estendere agli avvocati le competenze sinora delegate esclusivamente ai pubblici ufficiali significa
- riconoscerne il ruolo fondamentale nella nostra società
- garantire ai cittadini servizi più efficienti, più celeri e a prezzi più competitivi
- permettere ai più giovani di ambire allo svolgimento di una professione priva di confini ingiusti e ormai ingiustificati
- in definitiva: modernizzare il Paese.
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