Un nuovo extra-miliardiario si aggira per i meandri della politica e dell’economia politica, Elon Musk (1).
Niente di nuovo visto l’ex-presidente Usa Donald Trump, sempre attivo in politica e dato come ricandidato alle prossime presidenziali del suo Paese; venuti di “
moda” di recente, i cosiddetti oligarchi russi, consiglieri o attivi nelle altre sfere del loro Paese; il lungo elenco di personaggi politici, anche con principali cariche istituzionali, presenti in vari Paesi (2).
Impegno da non confondere con quello umanitario di Bill Gates e George Soros con la “
Bill&Melinda Gates Foundation” e le “
Open Society Foundations”, ché entrambe operano con interventi umanitari e culturali (3).
Musk, padre di sette figli, su Twitter ha manifestato la propria preoccupazione per il calo di natalità in Usa e non solo:
"L'Italia non avrà più una popolazione se queste tendenze continueranno". Inoltre, notizia sull’arrivo della recessione in Usa che ha fatto il giro del mondo:
“Probabilmente sarà dura, non so, un anno, forse 12-18 mesi” . Tra le varie cose, di simpatie repubblicane Usa, Musk ritiene che la cancellazione dell’account di Donald Trump da Twitter sia stata un errore.
La “preoccupazione” è per chi, ricoprendo cariche istituzionali e in conflitto di interessi rispetto alle proprie aziende, possa indirizzare la politica in un senso o un altro (4).
Si tratta di miliardi di consumatori e utenti di servizi indotti verso un prodotto o un altro, mortificati e/o privati di scelta. Mercati che prendono indirizzi per gli interessi economici di imprenditori/politici piuttosto che per il bene pubblico, con quest’ultimo ritenuto tale perché soddisfa l’interesse del magnate istituzionalizzato. Non solo, ma anche quando l’imprenditore non è istituzionalizzato, non sono una novità le pressioni (di lobby e non), fino a veri e propri ricatti (soprattutto) occupazionali che fanno prendere una scelta piuttosto che un’altra.
Di politica è bene che se ne occupino tutti i cittadini e, quindi, benvenuto anche a Musk e ad altri come lui.
Antitrust e legislatori indipendenti
Ma
perché il mercato e la politica non diventino succubi delle loro mire private, occorrono filtri antitrust e legislatori indipendenti.
Metodi che, al momento - in Italia, quanto in Europa o in Usa - non ci sono e che, fino ad oggi, quando arrivano sono quasi sempre tardivi e/o con provvedimenti insufficienti quanto inadeguati (5).
Elon Musk è bravo quanto potente, ma
sarebbe inopportuno domandarci fra qualche anno se era proprio quello che ci serviva l’acquisto che abbiamo fatto di una Tesla elettrica (bonus di ogni tipo, e non solo).
1 - patron di
Tesla, SpaceX, Neuralink, Solar City, fondatore di The Boring Company, cofondatore di Paypal e OpenAI, recente acquirente di
Twitter.
2 – a suo modo anche il “nostro” Silvio Berlusconi.
3 - anche se le Open Society Foundations sono accusate da alcuni contrari alle loro iniziative (soprattutto l’Ungheria di Viktor Orban), di voler destabilizzare sistemi istituzionali.
4 - l’esempio italiano ci è più facile. I media di Berlusconi (anche se non posseduti direttamente), in una sorta di patto non scritto con la Rai di Stato (fruitrice di canone e pubblicità e non solo di quest’ultima come loro), hanno accettato di subire l’abuso di posizione dominante della Rai/Stato. Gli utenti dell’informazione e gli imprenditori della stessa (anche e soprattutto quelli fuori del duopolio Rai/Mediaset) ne subiscono le conseguenze: da una parte l’obbligo del canone Rai, dall’altra la “condanna” al marginalismo imprenditoriale.
5 – ricordando le politiche di mobilità italiane fatte per decenni rispetto alle fortune della Fiat, che capitalizzava i guadagni e pubblicizzava le perdite… si pensi, in Ue, al
Digtal Service Act su contenuti illegali e disinformazione che arriva solo ora nel 2022; alla “
idea” (2022...) di far pagare i grandi utenti di Internet in base al consumo di banda.
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