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-1- Telecom: chi si preoccupa degli utenti?
-2- The Wall
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Articolo 
30 settembre 2006 0:00
 
Editoriale 1: Telecom Italia: chi si preoccupa degli utenti?
Editoriale 2: The Wall
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Telecom Italia: chi si preoccupa degli utenti?

Telecom Italia e' nella bufera da molte settimane, ormai. Da molti punti di vista: giudiziario (indagini della magistratura sulle intercettazioni illegali); politico (il Governo ha interferito negli affari di una societa' privata?); finanziario (c'e' la fara' a reggere il peso del debito di oltre 40 miliardi di euro?); societario (vendera' Tim? sara' scorporata la rete?).
Commentatori, politici, autorita' varie e addetti ai lavori finiscono inevitabilmente per concentrarsi sui retroscena: chi c'e' dietro questa storia? Chi ne trarra' vantaggio? E tutto diventa una sorta di giallo giornalistico-politico gia' visto in decine di altri casi-scandali.
Un esercizio inutile e dannoso. Perche' non si sapra' mai quello che e' accaduto, persisteranno per anni diverse versioni; finisce per diventare un dibattito incomprensibile per i cittadini (sono cose da potenti, ecc.); e poi perche' viene distolta l'attenzione da questa semplice domanda: qual e' l'utilita' della societa' per la clientela. Perche' Telecom Italia deve continuare a godere di privilegi, visto che riesce a fare "business" con modalita' che rasentano la truffa?
Rifacciamo l'elenco della spesa: attivazioni di servizi non richiesti; tempi biblici per l'attivazione di servizi richiesti; l'eterna piaga dei dialer; una rete commerciale fuori controllo.
Questo dovrebbero chiarire i capi di Telecom Italia, le Authority e, nei limiti delle sue competenze, il Governo.
Avendo quotidianamente riscontri dell'inefficienza truffaldina dell'ex monopolista, abbiamo sperato ad ogni piano di ristrutturazione (il penultimo riguardava l'incorporazione di Tim nella pancia di Telecom Italia) "va be' con quest'ultima furbata finanziaria rimette a posto i conti e finalmente iniziera' a vendere servizi in modo pulito, rispettando le regole della concorrenza, ecc.".
Confessiamo la nostra ingenuita'.
Cosa succedera' ora? Il futuro della compagnia non dipende dalla capacita' della stessa a soddisfare la clientela, ma da un procedimento giudiziario, dalle decisioni delle Autorithy, dalla politica e dalla capacita' della dirigenza a porre rimedio alla pesante situazione debitoria in tempi brevi. A questo proposito, la rapidita' degli interventi sara' determinante. Infatti, prima o poi i finanziamenti ottenuti andranno a scadenza e, se sara' necessario, il loro rinnovo sara' sicuramente a tassi di interesse piu' onerosi. E questo, cheche' ne dica Guido Rossi (il nuovo presidente Telecom Italia) potrebbe compromettere seriamente l'equilibrio economico del gruppo. Vi immaginate cosa potrebbe accadere ai piccoli azionisti della societa' in questo caso? Facciamo gli scongiuri.
Nell'immediato verra' trovata una soluzione "temporanea" che preservera' l'italianita' della compagnia, lasciando immutata la percezione per la clientela di aver a che fare con un gestore telefonico inaffidabile (sempre piu' ben imitato dai concorrenti). Insomma si mettera' una toppa all'emergenza, l'ennesima. Intanto non sono poche le persone che rinunciano ad avere un telefono fisso a casa, e questo e' desolante.

Domenico Murrone


The Wall

In primis, nel mondo, fu la Muraglia cinese. Il piu' famoso in Occidente era quello di Berlino. Ma ce n'erano anche altri meno noti, come quello di Gorizia (anche se questo era una rete). Sono i muri che sono stati eretti per impedire il passaggio senza controllo di persone e merci. Ma poi qualcosa ha cominciato a cambiare. La Muraglia in Cina e' un bellissimo reperto storico che milioni di turisti godono. Berlino e Gorizia sono crollati in due momenti storici di grande portata: la riunificazione della Germania e l'ingresso della Slovenia nella Unione Europea.
Finiti i muri? No. Ce ne sono stati tanti altri. I piu' famosi tra i recenti sono quello di Gaza in Israele, Melilla (l'enclave spagnola in Marocco) e Padova.
Poi la notizia, nei giorni scorsi, della costruzione di un muro tra Iraq e Arabia Saudita perche' cosi' i sauditi impedirebbero le infiltrazioni di terroristi.
Ora si va verso la costruzione (per ora e' stato votato dal Senato: 80 contro 19) del muro sul confine tra Mexico e Usa: 11 mila chilometri per impedire l'ingresso degli immigrati clandestini, ma che significa anche, per esempio, blocco dei trafficanti di droghe illegali. Senza nessuna battuta, visto che, per esempio, gli Usa hanno problemi con l'import di farmaci dal Canada, e sempre da li' temono il facile ingresso di terroristi che in questo Paese entrano piu' facilmente che non negli Usa, non ci sarebbe da stupirsi piu' di tanto se altrettanto muro fosse eretto su quel confine.
Un'altra possibilita', geograficamente piu' vicina, e' del nostro Governo: visto che con l'aumento delle tasse previsto per la prossima legge finanziaria e' prevedibile che proprio coloro che si vorrebbe maggiormente colpire (i ricchi) riprenderanno a mandare clandestinamente all'estero i loro capitali, e visto che tra i metodi non e' escluso che ci possano ancora essere i vecchi spalloni che fanno la spola tra le Alpi italiane e quelle svizzere, un muro tra l'Italia e la Confederazione Elvetica potrebbe essere preso in considerazione anche dal Governo di centro-sinistra (le barriere ideologiche per certe iniziative sono ormai crollate: non e' di centro-sinistra il Sindaco di Padova che ha eretto il muro anti-violenza e anti-spaccio?).
E chissa' quanti altri muri stanno progettando nel mondo. Non abbiamo fatto una ricerca, ma crediamo che siano molti.
Se continua cosi' ci ritroveremo tutti in tante belle stanze che arrederemo in maniera sempre piu' sofisticata (come si confa' alle stanze buone dei nostri appartamenti). Stanze per ora senza tetto, perche' dal cielo sembra sufficiente la difesa che oggi abbiamo, ma se sono tecnologicamente riusciti a coprire gli stadi, fra non molto sara' un gioco da ragazzi coprire anche quelle stanze che si chiamano Nazioni.
Dal punto di vista ambientale e sociale, con questa logica non si e' molto distanti da quanto gia' avviene tra le nostre case, nei giardini, in tutto quello che confiniamo per impedire che altri non-titolati ne possano fruire. Sempre di confini stiamo parlando: che siano quelli della nostra proprieta' individuale o della proprieta' di tutta la Nazione, che differenza fa? Questa e' la logica che sovrintende a quanto sta accadendo e che sembra espandersi.
L'immigrazione, la droga e il terrorismo sono dei problemi? La risposta, col muro, e': che restino tali e ben lontani da noi. Come con la prostituzione: ci da' fastidio? Mettiamo un cartello di divieto (e costruiamo magari un muro) e facciamo fare un po' di raid alla polizia, magari anche privata: poi la prostituzione se la beccheranno altri quartieri della medesima citta'.
Ma cosa succede, una volta che abbiamo protetto le nostre citta' e le nostre Nazioni, li' dove invece abbiamo relegato, confinato immigrazione, droga, terroristi e prostituzione? Lo lasciamo immaginare a chi ci legge e, per quanto riguarda le nostre stanze/Nazioni, non ci sara' da stupirsi piu' di tanto se, quando riescono ad entrarvi faranno di tutto per distruggerle. E ci entreranno sicuramente perche' saranno chiamati da noi: chi raccoglie i pomodori e assiste i nostri anziani? Chi ci porta le droghe che vogliamo acquistare? Chi ci offre sesso a buon mercato e innovativo di cui difficilmente riusciamo farne a meno? Certamente entreranno contingentati e controllati, ma tra essi non potra' non esserci il terrorista che cerca il riscatto politico/religioso e noi siamo sempre di piu' il suo avversario. Mentre intorno ai muri delle nostre stanze l'assiepamento dei disgraziati sara' sempre piu' drammatico, regalando proseliti ai terroristi, oltre che morte, miseria e distruzione al di la' di questi muri, ad un livello tale che sara' impossibile non si ritorca contro di noi, anche per le forme di Governo ostile alle nostre nazioni che si daranno per l'innato odio che il povero ha sempre verso colui che non e' tale.
Noi, non solo crediamo che i muri non paghino, ma siamo convinti che siano molto piu' dannosi della loro non esistenza. Affrontare i problemi mettendoli sotto il tappeto come la polvere che non si vuole spazzare, non rende le nostre stanze senza polvere. Anzi.
Le ricette non le abbiamo. Ma sappiamo che diverse cose non funzionano e vanno cambiate col loro perfetto contrario, si' da non subirle nella loro espressione casuale e governata dalla malavita, ma renderle governabili da sistemi democratici e liberali. Questo vale per l'immigrazione, vale per le droghe, vale per la prostituzione. Legalizzare crea legalita' ed emargina il malaffare e il terrorismo.
Ripetiamo: non abbiamo ricette. Ma intuiamo che la tendenza possa essere questa e percio' abbiamo gia' messo nel nostro zaino il piccone per andare ad abbattere gli attuali e i futuri muri, cosi' come abbiamo fatto con quelli del passato.

Vincenzo Donvito
 
 
 
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