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Telecom Italia: i nostri spot? Delle boutade da non prendere troppo sul serio!
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Articolo di Alessandro Gallucci
24 aprile 2009 0:00
 
 
I nostri spot? Delle boutade da non prendere troppo sul serio! Potrebbe sembrare una provocazione o addirittura un'offesa alla principale societa' di telecomunicazioni italiana, l'ex monopolista Telecom Italia.
Potrebbe! Tuttavia quanto detto altro non e' che la sintesi di come la Telecom si e' difesa nell'ennesimo procedimento davanti all'Antitrust per comportamento commerciale scorretto, quello relativo l'offerta "Chiara di Tim".  Gli spot televisivi incriminati riportavano frasi del tipo:
Con Chiara di Tim scegli l’opzione che ti somiglia di più e risparmi il 50% sulle tue telefonate. Per sempre.
Spot ingannevoli ha deciso l'Antitrust, comminando a Telecom una multa di 215 mila euro. (1)
 
Cio' che e' interessante, pero', sono le argomentazioni del gestore in sede di procedimento. Ecco i passaggi principali delle difese avanzate dalla societa' citati nel provvedimento dell’Autorità garante.
- Con riferimento all'utilizzo della locuzione "per sempre" il professionista ha rilevato che trattasi di espressione iperbolica ed esagerata tale da non rendere la comunicazione commerciale ingannevole in quanto viene ragionevolmente decodificata dal consumatore medio in termini di stabilita' dell’offerta e non di eternita' della stessa.
Vale a dire, la spariamo talmente grossa che non e' credibile.
- Con riferimento al risparmio del 50% sul costo delle telefonate, Telecom ha rilevato la legittimita' della pubblicizzazione in termini enfatici dell'entita' percentuale dello sconto e che la generica prospettazione di una scontistica, anche consistente, in assenza dell'indicazione del prezzo iniziale (o delle componenti di detto prezzo) non e' idonea a fuorviare il comportamento del consumatoreil quale, piuttosto, viene sollecitato ad approfondire i termini dell'offerta.
Come dire, intanto la buttiamo li, poi sta a voi andare a vedere di che si tratta. D'altra parte, continua l'Antitrust esponendo le difese della Telecom:
- ad avviso del gestore telefonico, la complessita' delle offerte dei servizi di telefonia non si presta ad essere compiutamente sintetizzata nel tempo compresso di uno spot televisivo: pertanto, il professionista, da una parte, riserva spazio preponderante alla rappresentazione di elementi emotivi e sensoriali in modo da catturare l'attenzione dei telespettatori, dall'altra, seleziona le informazioni rilevanti da veicolare e per consuetudine necessaria rinvia a fonti informative ulteriori note ai consumatori (nella fattispecie, tutte le informazioni risultano esaustivamente indicate tramite i sistemi di customer care e il sito internet della societa').
In realta', mentre gli elementi enfatici appaiono ben visibili, i costi e i rimandi appaiono sul fondo dello schermo, a caratteri piccoli piccoli.
Gli avvocati di Telecom sprigionano il meglio di se', quando, come si legge nel bollettino Antitrust, sostengono che:
la mera presentazione di uno sconto percentuale in difetto del riferimento al costo base … opera come invito all'accertamento dell'effettiva convenienza dell'offerta proposta. L'operatore telefonico riferiva che diversamente opinando si verrebbe ad imporre ai professionisti un onere di esaustivita' per le comunicazioni commerciali e nel contempo si verrebbe a riconoscere una tutela smisurata ai consumatori trattati alla stregua di contraenti incapaci".
Che dire … la Telecom si meraviglia che i consumatori possano credergli sulla parola!
Per fortuna l'Antitrust, sanzionando la societa' di telecomunicazioni, ricorda che ormai da anni ritiene "che nella presentazione di elementi cruciali nella scelta di acquisto dei consumatori, le informazioni fornite nel contesto del messaggio devono risultare di immediata percezione". Cioe' almeno sul prezzo non c'e' da scherzare.
L'ennesima sanzione spingera' la Telecom a prendere un po' piu' sul serio il modo di fare pubblicita'. Al prossimo spot l'ardua sentenza.
 
(1) http://www.aduc.it/dyn/tlc/comu.php?id=256612
 
 
 
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