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Telecom, Sky e Mediaset: scenari
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Articolo di Velino
3 febbraio 2009 0:00
 
Perdura la crisi finanziaria, con i mercati che attraversano sempre una fase di depressione. Nonostante le "declamazioni" del World Economic Forum di Davos. Tuttavia la potenzialita' dei nuovi grandi affari si intravede. Basta guardare, e non e' un fatto di questi mesi, quello che sta succedendo nel settore delle telecomunicazioni, nel nuovo e avveniristico mondo dei media.
Proprio sullo sfondo della grande crisi, al di la' e al di qua dell'Atlantico, i grandi gruppi si stanno posizionando per quella che potrebbe essere la "grande guerra" per un nuovo "villaggio globale", dove satelliti, piattaforme, digitale terrestre, sinergie tra cellulare e televisione sono in grado di ridisegnare completamente il pianeta della comunicazione e dell'informazione. Ha fatto scalpore (relativo) che Rupert Murdoch diventasse l'editore di The Wall Street Journal, dovrebbe oggi fare un poco piu' di sensazione l'interessamento di Yahoo! per The New York Times.
Il fatto e' che ormai siamo entrati in una nuova fase "esplosiva" dei media, dove si continuano a ridimensionare lo spazio dei quotidiani e si allarga sempre di piu' quello dei quotidiani on-line e delle televisioni che, con il tramonto del sistema analogico, diventano sempre di piu' canali tematici. Il vecchio "generalismo" di tv e quotidiani appare come una dimensione del secolo scorso.
E' vero che la crisi finanziaria e le difficolta' del credito, vere cause della contrazione dei consumi, hanno un peso sui risparmi delle aziende nella pubblicita' e nella vertiginosa caduta delle vendite dei giornali. Ma e' altrettanto vero che questa crisi, una volta superata, puo' diventare lo spartiacque del definitivo passaggio da "un mondo all'altro" , dove la stessa informazione tradizionale dovrebbe occupare uno spazio piu' ristretto, magari ripensata in termini di eccellenza e qualita', rispetto ai nuovi media dell'informazione in tempo reale, che scandiscono notizie e aggiornamenti minuto per minuto. E il rilancio di uno sviluppo economico piu' equilibrato anche nei rapporti con la finanza, puo' passare anche da uno sviluppo di un nuovo e piu' aggiornato mondo dell'informazione e della comunicazione. Se questo fenomeno si avverte tangibilmente negli Stati Uniti, non si capisce perche' non si debba allargare al piu' presto nel vecchio continente. I segnali gia' ci sono in quelle che vengono definite le schermaglie tra Sky e Mediaset. E' bastata, nei giorni scorsi, una voce su un avvicinamento, o magari semplici colloqui, tra Murdoch e gli spagnoli di Telefonica, socio industriale forte di Telco, la holding che controlla Telecom Italia, per mettere in moto scenari di "guerra", dopo le schermaglie sull'Iva e i vari dispetti e tallonamenti sugli abbonamenti relativi alla pay-tv. La sensazione e' che, per quanto riguarda l'Italia, il nodo della vicenda, cioe' della futura ristrutturazione del sistema dell'informazione e della comunicazione, passi sempre per Telecom.
Lo dimostra l'attenzione che si ha verso l'assetto societario del colosso delle telecomunicazioni nonostante i "siluri brasiliani" e l'attesa sempre rinviata di un grande piano industriale. Proprio intervenendo a Davos, il presidente di Telecom, Gabriele Galateri di Genola, ha detto: "Un disimpegno di Telefonica? Assolutamente no, non mi risulta. Abbiamo un rapporto molto costruttivo e stiamo sviluppando le sinergie previste. Anche se mi sembra giusto che possano esserci momenti dialettici". E' evidente che il grande gruppo di Rupert Murdoch faccia i suoi giochi e i suoi interessi, magari andando a pescare tra i soci "nervosi" di Telecom, dopo le sofferenze finanziarie di questi mesi. Ma e' altrettanto vero che il "dossier" Telecom e' decisivo per l'Italia, per le sue imprese e per quelle impegnate direttamente nel mondo della comunicazione. Il problema e' stato affrontato anni fa, in Mediobanca, quando si prevedeva addirittura la fusione tra Mediaset e Telecom. Nel momento in cui il colosso italiano delle telecomunicazioni sistemasse definitivamente la questione della rete e arrivasse all'adozione della banda larga, la possibilita' di sinergie diventerebbe imponente e lo scenario della comunicazione e dell'informazione in Italia muterebbe completamente. Con in piu' grandi affari per un settore che sta diventando sempre piu' strategico. A questo punto Telecom diventa un asset indispensabile per il Paese e il suo dossier va tenuto ancora piu' in considerazione di prima.
 
 
 
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