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Telefonini. In cauda venenum?
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Articolo di Annapaola Laldi
27 agosto 2010 9:13
 
In cauda venenum” dicevano gli antichi Romani. E con ciò si richiamavano alla struttura fisica dello scorpione che da noi umani non va temuto tanto per le visibilissime chele anteriori, pur minacciose e robuste, quanto per il veleno contenuto in una ghiandola posta, appunto, nella coda. La constatazione/avvertimento in latino, però, come sicuramente molti sanno, non si limita agli scorpioni “in carne e ossa”, ma si riferisce soprattutto alle malelingue umane che, dopo un bel discorsino tutto lattemiele, … -zacchete- ti piazzano, proprio alla fine, un paio di parolucce che ti trafiggono. Del resto, c’è chi ne ha fatto un’arte vera e propria, come alcuni scrittori satirici tipo Marziale, tanto per restare nell’antica Roma.

Dall’inizio dell’estate sto meditando su questa sentenza latina a causa di una messe di regali propostimi dal gestore telefonico del mio cellulare – e che quest’anno, per la prima volta, ho accettato, attivando le varie offerte. Il cellulare ce l’ho da pochi anni e con esso mantengo un rapporto ambivalente. Negli anni passati cancellavo subito gli sms di offerte gratuite come se fossero messaggi diabolici. Infatti la mia paura era (e resta, peraltro) quella di essere tratta in inganno, come purtroppo spesso testimoniano tante persone; ti promettono mari e monti e poi, quando hai abboccato per la smania di risparmiare o di fare l’affare (più o meno) della tua vita… davvero: in cauda venenum, -risputi tutto e ben di più.
Per questo, soltanto due mesi fa, sulla parola di un amico fidato che mi ha rassicurato nella fattispecie, e insegnato a muovermi nel profluvio di “se vuole questo, prema 1”, “se vuole quest’altro, prema 2” e via dicendo, ho approfittato delle offerte propostemi che stanno risultando genuine.
E allora perché mi continua a ronzare in testa la famosa sentenza latina? In che cosa consisterebbe, in questo caso, la coda velenosa?
E’ che non mi so capacitare del perché di tutti questi dobloni sonanti regalati …a quanto sembra senza contropartita. E istintivamente continuo a stare in guardia, e a rifletterci su.
Oltre tutto, le offerte che ho ricevuto hanno rappresentato una sorta di “escalation”. Prima quella di 10 euro di rimborso per le telefonate fatte entro un mese –da me inizialmente ignorata; poi sono arrivati i 300smsgratis300 (sempre in un mese), che, rassicurata, come ho detto, dall’amico, ho attivato (per la cronaca, in un mese sono arrivata a un centinaio, un record assoluto per me!).
Infine, i 50 minuti di telefonate gratis (sempre nei fatidici 31 giorni)…
Ma nel frattempo, fra la prima e la seconda offerta riguardante le telefonate, non appena ho attivato quella degli sms, una gentile voce femminile dal vivo mi ha chiamato per invitarmi, pregarmi, implorarmi di attivare anche l’offerta delle telefonate a rimborso. “10 euro di telefonate in un mese? Mai fatte!”, ho replicato, dicendo la verità vera. Però … stavo per allontanarmi da casa per una settimana; un paio di persone, con cui mi tengo volentieri in contatto, erano a loro volta in giro; la gatta, affidata alle cure della gentile vicina di casa, alla quale tengo a far sentire la mia riconoscenza … insomma, tutto questo insieme di ragioni –piuttosto pretestuose, sono pronta ad ammetterlo- mi hanno spinto a dire di sì pure a questa seconda offerta, con l’accortezza di fare telefonate che altrimenti non avrei mai fatto e di tenere sotto controllo il consumo per arrivare e fermarmi alla soglia utile per il rimborso. Che è arrivato puntualissimo.
Sulla terza offerta –quella dei 50 minuti gratis- non ci sono stata neppure a riflettere; l’ho attivata e basta, dato che, anche se non li consumo tutti, non ci rimetto niente.
Dunque, il bilancio di questa piccola avventura estiva con il cellulare sembra offrirmi un saldo attivo. E allora: quale veleno e in quale coda?
Il fatto è che so per certo che qualunque offerta da parte delle aziende è fatta in base a dei raffinati calcoli che non mettono in pericolo i loro guadagni, anzi, tendono a moltiplicarli. Perciò: per forza di cose, ci deve essere una coda che porta un veleno, magari piccolo piccolo, ma pur sempre veleno è.
Eh, come sei malfidata! mi ha già detto qualcuno (non pensavo, in verità, che ci fosse qualcuno più “pollo” di me, ma è chiaro che mi sbagliavo), spiegandomi che con queste offerte il “mio” gestore si sarebbe fatto propaganda, acquisendo così nuova clientela. Già, come se gli altri gestori stessero a guardare… Semmai, posso ammettere che questa mossa sia stata fatta all’interno di una strategia della cosiddetta “fidelizzazione”, parolona che sta per il più semplice: “Tienti stretto il cliente!”. E su questo mi sento già di convenire di più.
Ma, a ben riflettere, la motivazione che mi convince davvero è quella che l’azienda confidi nell’induzione di una maggiore prodigalità nei propri clienti. Una volta abituati, nel giro di un mese o due, a usare più spesso il cellulare senza troppe preoccupazioni, non è fuori luogo aspettarsi che si consolidi l’abitudine a largheggiare … e il gioco è fatto.
Ora, per quanto mi riguarda, perché nella coda non ci sia alcun veleno, la domanda che mi pongo è questa: riuscirà la nostra eroina a tenersi stretta quella trentina di euro che ha ricevuto in regalo e a tornare immantinente alla sua solita, quasi proverbiale, parsimonia?
E’ quello che mi auguro. Ed è quello che auguro a chiunque abbia usufruito dei doni di qualunque azienda. Che i doni restino tali! Solo così resterà viva anche la riconoscenza che, nella sua gratuità, è una forza davvero grande, capace di cambiare la vita. Sul serio. Provare per credere.
 
 
 
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