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Volodymyr Zelenski a Sanremo. Ma chi ha voce in capitolo in Rai?
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Articolo di Albert
2 febbraio 2023 8:35
 
Non so che cosa possa essere meglio per gli Ucraini, per i quali Putin sembra avere in mente una sorta di “soluzione finale” di tragica hitleriana memoria; cioè se l’ascolto/visione di quei due minuti concessi a Zelenski nel quadro del Festival di Sanremo o, al contrario, la cancellazione del previsto e sbandierato intervento durante il Festival di Sanremo.
Mentre bisognerebbe chiamare l’azione di Putin con l’unico nome appropriato – genocidio -, e chiedere che, a scongiurarlo intervengano l’ONU, l’UE, e tutte le altre istanze internazionali, come, per esempio, la Corte Internazionale di Giustizia e la Corte Penale Internazionale, qui in Italia bisogna fare, purtroppo, i conti con un allentamento dell’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti del conflitto e una crescente ignoranza dei termini della questione. Lo rende noto un recente sondaggio, da cui emerge che solo il  58 per cento dei nostri concittadini ritiene Putin responsabile della guerra, e che il 57 per cento è contrario all’invio di armi in Ucraina.
Di fronte a questo scenario può essere lecito chiedersi se l’intervento di Zelenski a Sanremo non rischi di diventare un boomerang, cioè: invece di aiutare a una migliore comprensione della necessità di aiutare il popolo ucraino, lo faccia percepire come un disturbatore del nostro quieto vivere.
 
Ma il punto per la RAI è soprattutto  un altro. Chi deve decidere sulla messa in onda dell’appello di un Capo di Stato straniero in uno spettacolo trasmesso da una rete RAI?
Non dovrebbe essere il Consiglio di amministrazione, al cui vertice sta Carlo Fuortes?
E allora perché tutto è stato fatto da Bruno Vespa che, a quanto ci risulta, è solo il conduttore di una trasmissione? Trasmissione famosa e longeva finché si vuole, come è “porta a porta”, ma questo fatto può dare al suddetto signore il diritto di imporre la propria volontà in RAI su un qualunque tema, e specialmente uno così delicato?
 
Leggo che già da ieri i vertici Rai, e Amadeus con loro, sono in grande agitazione e anche molto seccati (forse è un eufemisno) per questa invasione di campo operata giorni fa da Bruno Vespa, perché temono che nel messaggio di Zelenski ci sia una parola “inappropriata” che possa essere intesa come “propaganda di guerra”, cosa che potrebbe far scoppiare un pandemonio. Per questo è stato chiesto all’amministratore delegato, Carlo Fuortes di ascoltare la registrazione in anteprima e di vagliarne ogni singola parola, prima di dare il via libera.
Non sarebbe, si afferma, una censura, bensì solo “la doverosa accortezza di prestare la massima attenzione per non scivolare in situazioni critiche, considerando che davanti alla televisione siede un pubblico eterogeneo”.
La kermesse canora di Sanremo è ormai alle porte; non resta che seguire gli sviluppi di questa vicenda, sulla quale il mondo politico si è già spaccato da giorni trasversalmente.
Incrociando le dita – per noi stessi e soprattutto per gli Ucraini che resistono strenuamente pur martoriati sotto le bombe e i missili di Putin e devono anche assistere alle incertezze di alcuni dei governi di Paesi che si dichiarano loro sostenitori.
 
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