Dallo ius soli, passando per quello scholae, la nuova commissione Ue è approdata allo ius primae noctis. Leggiamo così la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme.
Il merito per cui l’ex-ministro del governo in carica è stato scelto, è perché l’Italia, Paese anziano e fondatore della Comunità, avrebbe diritto ad un incarico di peso e responsabilità. Che se guardiamo alla politica, Fitto fa parte di chi ha votato contro la rinomina di Ursula von der Leyen e, prima di lasciare il suo incarico italiano, è stato promotore di una legge che ha sancito il diritto di violare le direttive europee: l’ulteriore procrastinazione dell’occupazione dei balneari sulle spiagge demaniali in violazione della direttiva Bolkestein, che stabilisce fin dal 2006 l’assegnazione a seguito di gara. per la creazione di un mercato.
Consideriamo lo stato problematico in cui si trova l’Ue, schiacciata tra le iniziative cinesi e americane che la stanno relegando a fruitrice riluttante delle loro economie. Si consideri, come esempio più recente, la decisione Ue di emettere dazi fino al 47% per le auto elettriche di importazione cinese che costano meno della metà di quelle europee e americane, perché così fanno in Usa e in dispregio dei danni che le merci europee avranno, per le ritorsioni di altrettanti dazi, per le vendite sul mercato cinese…. tutto in virtù di una difesa e affermazione della produzione europea in merito; produzione e vendite che costando un occhio della testa non verranno onorate dai consumatori e saranno destinate al fallimento di produttori e green deal.
E mentre avanzano elettoralmente forze politiche che hanno come obiettivo lo smantellamento dell’Ue contro ogni ipotesi di Stati uniti d’Europa, nonostante il rapporto di Mario Draghi (3) che ha indicato una rivoluzione di 800 miliardi di euro all’anno per la conquista di un ruolo politico ed economico mondiale dell’Unione…. l’esecutivo dell’Ue si costituisce operativamente basandosi sullo Ius primae noctis. Mettendo le basi per un blocco, anche esecutivo, su riforme fondamentali come quelle su liberalizzazioni e diritti dei migranti, anche per far fronte a quello che è stato chiamato “inverno demografico". Contesto in cui le politiche di Fitto e compagni remano contro e, nelle loro nazioni, impongono decisioni che aggravano la situazione: respingimento dei migranti, finte ripopolazioni autoctone ed etniche (financo razziste) di soggetti che non ne vogliono sentir parlare perché la loro prospettiva di genitori è vicina allo zero, aumenti dei debiti pubblici per colmare i baratri economici su cui basano le loro carità di Stato ed eludono apertura e rinvigorimento di imprenditoria e consumi legati al mercato.
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