Audizione del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in Commissione di Vigilanza Rai sulle varie ipotesi per finanziare la tv di Stato.
Molta fantasia e parole in libertà. Soprattutto l’ipotesi di far pagare il canone a tutti i possessori di un telefonino… visto che le molte emissioni in streaming si possono vedere anche su questi device. Vecchio metodo di diverse decine di anni fa ma che, se applicato oggi, oltre a stimolare un assalto degli utenti alla Rai e al ministero, qualificherebbe il nostro sistema fiscale e di informazione fiscale come il più ridicolo, pacchiano e archeologico di tutto il Pianeta.
Il ministro fa tante ipotesi ma ne dimentica una fondamentale e fortemente politica, quella che gli italiani nel 1995 fa consigliarono con un referendum, la privatizzazione. Decisione che comporterebbe, a partire da un bando di gara per l’assegnazione del servizio, di rivedere tutto l’aspetto commerciale e di abuso di posizione dominante oggi messa in atto dalla Rai contro la concorrenza delle altre emittenti generaliste, che hanno introiti solo da pubblicità.
Privatizzazione come ingresso nella legalità che gioverebbe a tutti, istituzioni, politici e utenti compresi. Facendo dimensionare l’emittente di Stato ad un reale servizio pubblico di informazione e non, come oggi, carrozzone multitasking per succhiare e condizionare tutto quello che passa nell’informazione, nello spettacolo e nello sport.
Comunque, siamo consapevoli di essere marziani nel ricordare questo.
Per cui aggiungiamo solo una considerazione amara: oggi il ministro Giorgetti ha smentito il suo segretario di partito che, nella recente campagna elettorale si era ampiamente speso per l’abolizione del canone. Cose così, cose di politica politicante.
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