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 ITALIA - ITALIA - Rai. Contratto di servizio 2010-12: priorita' lotta all'evasione del canone-imposta
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Notizia 
20 febbraio 2010 13:06
 
Il governo si impegna ad aprire un tavolo istituzionale, con la partecipazione della Rai, per studiare iniziative contro l'evasione dal canone: e' una delle novita' piu' importanti del contratto di servizio 2010-2012 tra il ministero dello Sviluppo economico-Comunicazioni e la tv pubblica approvato all'unanimita' dal consiglio di amministrazione di Viale Mazzini.
Il testo dovra' andare ora in Vigilanza per il previsto parere, obbligatorio ma non vincolante, poi tornera' all'attenzione di Rai e ministero, che dovranno valutare quali suggerimenti della commissione eventualmente accogliere, e infine sara' pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Dovrebbe diventare operativo tra fine aprile e inizi maggio.
La disponibilita', messa nero su bianco, del governo a mettere mano all'annoso problema dell'evasione dal canone - che si aggira intorno al 30% e costa a Viale Mazzini 3-400 milioni l'anno - e' una delle novita' maturate negli ultimi giorni. A quanto si apprende, nell'ultima seduta del cda dedicata al contratto di servizio erano stati in particolare i consiglieri Nino Rizzo Nervo e Angelo Maria Petroni a chiedere un impegno piu' stringente su questo fronte. Nel nuovo testo la Rai avrebbe ottenuto anche un'importante 'clausola di salvaguardia': la possibilita' per l'azienda, di fronte a squilibri di natura economico-gestionale legati al gap tra le entrate da canone e i costi dei programmi 'obbligatori', cioe' imposti dagli obblighi di servizio pubblico ('sbilancio' che nel 2009 e' stato di 300 milioni), di chiedere di rivedere il contratto di servizio. Per combattere l'evasione del canone Rai la soluzione migliore è farlo pagare nella bolletta dell'energia elettrica: lo ha detto Giorgio Van Straten, consigliere d'amministrazione di Viale Mazzini.
Tra le altre novita', l'aumento della quota di servizio pubblico dal 65% al 70% sull'intera offerta e l'obbligo di realizzare almeno quattro canali tematici, dedicati tra l'altro alle news, ai bambini e all'audiovisivo italiano ed europeo.
Per quanto riguarda la qualita' della programmazione e dell'informazione, non sarebbero poi previsti strumenti di controllo esterni o modalita' rigide di realizzazione delle trasmissioni, ma solo l'obbligo per la Rai di dotarsi di una carta dei doveri (che di fatto gia' esiste) e dunque un richiamo all'autoregolamentazione.
Sul fronte delle nuove tecnologie, il testo riproduce quello delle linee guida dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni in materia di neutralita' tecnologica e competitiva. Nella fase di transizione al digitale terrestre, Viale Mazzini deve fornire l'intera programmazione delle reti generaliste su tutte le piattaforme 'tecnologiche' (e non 'trasmissive', come nel testo precedente) e, dopo lo switch off definitivo, avra' la 'facolta' (e non l'obbligo') di diffondere la programmazione di servizio pubblico sulle piattaforme commerciali che ne faranno richiesta in base a negoziazioni eque, trasparenti e non discriminatorie. In altre parole, la Rai non e' obbligata a stare su Sky (purche' sia presente sul satellite) e, nel caso in cui mettesse in discussione la sua permanenza sulla tv di Rupert Murdoch, potrebbe aprire un negoziato per cedere a prezzo equo i propri canali.
 
 
 
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